Quali sono i risultati dei bombardamenti contro ISIS

Bombardamenti ISIS

, l’aviazione degli Stati Uniti e i Paesi alleati nella coalizione contro il terrorismo jihadista colpisce Siria e Iraq da ormai un anno e mezzo con frequenza regolare. Le difficoltà di localizzare gli obiettivi così come il territorio prevalentemente desertico controllato dall’ISIS hanno reso i bombardamenti meno efficaci. Anche i successi comunicati dalla Russia, che bombarda ISIS da più di un mese, sembrano inferiori rispetto agli annunci di Mosca.

BOMBARDAMENTI SIRIA –

L’amministrazione USA si vanta di aver realizzato una delle più larghe alleanza della storia, ufficialmente 65 Paesi, nella sua operazione militare contro l’ISIS. I bombardamenti contro gli obiettivi e le postazioni dei jihadisti in Iraq e in Siria sono stati avviati nell’estate del 2014, e proseguono a ritmo quotidiano da ormai un anno e mezzo. Secondo le stime riportate da un articolo di Handelsblatt, che si basa su agenzie internazionali, le aviazioni alleate hanno sparato più di 20 mila tra razzi e bombe su obiettivi dell’ISIS nei territori del sedicente califfato guidato da al-Bagdadi. Secondo i calcoli USA i bombardamenti sono stati più di 8500, dei quali un terzo è stato indirizzato sulla Siria. Il 95% degli attacchi aerei è stato condotto dall’esercito americano, prevalentemente sull’Iraq. Finora il costo dei bombardamenti USA è stato pari a 5,2 ,miliardi di dollari, quasi 5 miliardi di euro. Il maggior beneficiario dell’azione militare americana sono stati i curdi, siriani così come iracheni, che sono riusciti a riconquistare ampie porzioni di territorio all’ISIS. Senza le bombe americane Kobane sarebbe caduta, così come la regione montuosa del Sinjar non sarebbe stata riacquisita.

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BOMBARDAMENTI ISIS RUSSIA

– I successi curdi hanno fermato l’avanzata dell’ISIS, ma innervosito particolarmente la Turchia. Il primo obiettivo nell’area di Erdogan è ostacolare, in ogni modo, la creazione di uno Stato curdo. Il sedicente califfato è stato però indebolito solo relativamente. Il territorio controllato dai terroristi è prevalentemente desertico, e di conseguenza per i miliziani dell’ISIS è più facile nascondersi, favoriti dallo scarso sostegno dei militari USA presenti sul terreno per segnalare quali obiettivi colpire. Il contrabbando di petrolio dell’ISIS continua, così come è costante l’arrivo dei foreign fighters. Secondo alcune stime il loro numero sarebbe addirittura raddoppiato dall’avvio dei bombardamenti. Da ormai quasi un mese anche la Russia bombarda l’ISIS in Siria, anche se in maniera autonoma dalla coalizione dagli USA. Mosca non nega però di colpire anche i ribelli sunniti che lottano contro Assad, visto che le sue azioni militari sono indirizzate contro i “terroristi”, anche quelli in lotta contro il califfato e contro il presidente siriano. Difficile stabilire la precisa entità delle distruzioni comunicate dal ministero della difesa russo, visto che non esiste una verifica indipendente. Tra Pentagono e Mosca sono costanti le frecciate e le precisazioni sulle proprie operazioni, con tanto di smentite immediate ai successi altrui. La Francia, che ha rafforzato le sue operazioni militari contro ISIS, dopo gli attentati di Parigi, ha effettuato circa 300 attacchi, una parte minima dei bombardamenti condotti quasi esclusivamente dagli USA. Molti Stati della coalizione, circa 50, hanno infatti un ruolo solo politico e senza quasi alcun compito militare.

Photo credit: ARIS MESSINIS/AFP/Getty Images

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