Tasse, il balletto dei pagamenti

Un articolo pubblicato ieri sulle pagine del Sole 24 Ore, a firma di Gianni Trovati, racconta la giostra delle regole per pagare le tasse, cominciata due anni fa con l’introduzone della mini-Imu sulla casa e che continua ancora oggi con la riproposizione in manovra finanziaria della doppia imposta sullo stesso immobile:

Negli ultimi due anni Imu e Tasi hanno dilatato fino al parossismo la sproporzione patologica che, quando il fisco funziona male, si registra fra l’importanza di una tassa e la difficoltà di gestirla. Il biennio è iniziato con la mini-Imu, eredità della semi-abolizione a tappe dell’imposta sulla prima casa nel 2013, che per produrre 350 milioni di gettito (lo 0,04% del bilancio pubblico, per intendersi) impose un calcolo cervellotico a milioni di proprietari sparsi in 2.400 Comuni. A chiudere questo circolo ideale c’è ora la querelle delle 2.162 delibere ritardatarie, che a dieci giorni dalla scadenza del saldo deve ancora chiudersi. Senza dimenticare le incognite che continuano a circondare l’Imu agricola, ancorata a una classificazione dei Comuni cambiata tre volte in un anno e ancora in attesa del giudizio del Tar Lazio.

La legge di Stabilità 2016 prosegue il filone. La continuità con il passato riguarda ad esempio chi vive in una casa in comodato d’uso, che pagherà Imu e Tasi in formula piena se il proprietario non è uscito da casa propria per andare in affitto:

La Tasi sugli inquilini, unico esempio di patrimoniale chiesta a chi non ha patrimonio, scomparirà solo per chi usa la casa in affitto come propria abitazione principale.

(Foto di copertina: Getty Images)

Share this article
TAGS