Google accusato di rubare le informazioni degli alunni delle scuole

02/12/2015 di Redazione

La diffusione delle applicazioni e dei servizi informatici nelle scuole e nelle istituzioni di istruzione pone alcuni problemi di non poco conto: che fine fanno i dati sensibili degli alunni? E’ per questo che la Electronic Frontier Foundation, gruppo no-profit di avvocati e legali specializzati in diritto informatico e protezione dei dati sensibili ha citato in giudizio Google proprio per i servizi che offre alle scuole.

GOOGLE RUBA LE INFORMAZIONI DEGLI ALUNNI DELLE SCUOLE?

Secondo la EFF, dice la BBC, i Chromebook sono “equipaggiati, di default, con una funzionalità che sincronizza i browser di Chrome preinstallati”. I Chromebook sono i computer marcati e distribuiti da Google, con tutti i programmi operativi, che la multinazionale distribuisce nelle scuole nell’ambito del progetto Google for Education: “Questo permette a Google di tracciare, conservare sui suoi server e di utilizzare per fini non commerciali i registri di ogni sito internet che gli studenti visitino, ogni termine di ricerca che usino, i risultati su cui fanno click, i video che guardano su Youtube e le loro password salvate”, dichiara la EFF: “Il tutto senza l’autorizzazione dei genitori” dei bambini, continua la EFF: e Google può giovarsi di queste informazioni, sebbene non per fini commerciali – visto che sui Chromebooks non ci sono pubblicità – quantomeno per migliorare i suoi prodotti e avere feedback sugli utilizzi.

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Nate Cardozo, la legale che per conto della EFF sta promuovendo la causa contro Google, sostiene che la multinazionale non dovrebbe essere autorizzata a utilizzare i minori come “cavie, con i loro dati trattati come fonti di profitto”. Se Google vuole utilizzare quelle informazioni, deve farlo col consenso dei genitori, dice la EFF. Da parte di Google arriva una risposta ferma e cortese: “I nostri servizi permettono agli studenti, dovunque, di imparare e tenere le loro informazioni private e al sicuro. Apprezziamo che la EFF si concentri sulla privacy degli studenti, siamo comunque convinti che questi strumenti siano compatibili sia con la legge che con i nostri impegni”. La EFF ha presentato una lamentela ufficiale davanti alla Federal Trade Commission degli Stati Uniti d’America, l’autorità indipendente che vigila sulla concorrenza e che reprime le pratiche commerciali scorrette.

 

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