Attentato a Parigi, cambierà la cyber-security in Italia: stop al web in caso di pericolo?

Serve un riassetto della normativa sulla cyber-sicurezza in Italia: quella attuale è datata, sopratutto dopo l’attentato a Parigi che ha mandato in soffitta tutti gli schemi predefiniti, alcuni di essi approvati non molto tempo fa e già evidentemente obsoleti. Per questo sta venendo elaborato un nuovo schema di decreto da parte della presidenza del Consiglio dei Ministri, con poteri più efficienti e una linea d’azione più snella.

ATTENTATO A PARIGI, COSI CAMBIA LA CYBER SECURITY IN ITALIA

Il Messaggero in edicola oggi spiega quali siano i progetti per rendere il paese più al sicuro da attacchi informatici di qualsiasi tipo.

Nell’elenco delle priorità, spicca la sistemazione delle attuali normative per la «protezione cibernetica e la sicurezza nazionale». Qui la strada scelta per il prossimo futuro è quella di accentrare le decisioni a palazzo Chigi. In casi estremi potrà persino decidere di oscurare temporaneamente le comunicazioni web. Il testo attualmente in vigore è un Dpcm firmato dal premier Monti e intitolato appunto «Direttiva indicante indirizzi per la protezione cibernetica e la sicurezza informatica nazionale». (…) «Stiamo cercando di insistere con la cyber-security, ecco perché stiamo cercando di valorizzare di più e meglio le nostre forze dell’ordine, ma non dobbiamo chiuderci in un fortino». L’idea di fondo è che a prendere le decisioni emergenziali debba essere prima di tutto Palazzo Chigi. Sta al premier, insomma, l’ultima parola o il comando decisivo. «Mentre era allo stadio, appena saputo dell’assalto in corso, Hollande ha dato disposizioni anche su come agire sulla rete», è il ragionamento che si ripete in ambienti di intelligence.

C’è una figura che Matteo Renzi finora non ha nominato: il consigliere militare di Palazzo Chigi.

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Proprio questo incarico andrebbe ad avere un ruolo centrale nel contrasto agli attacchi informatici contro l’Italia.

Un nuovo Dpcm, dunque, si occuperà di rivedere prima di tutto l’attuale organizzazione del Nucleo per la sicurezza cibernetica istituito presso il consiglio dei ministri. Secondo le norme attuali, il Nucleo dovrebbe essere presieduto dal Consigliere militare di palazzo Chigi, che Renzi non ha mai voluto nominare (esiste solo un capo di gabinetto, il colonnello Paolo Puri) e al Nucleo, a cui partecipano Dis, Aise e Aisi – cioè i vertici dei servizi segreti – spetta il compito di affiancare il premier per «gli aspetti relativi alla prevenzione e preparazione ad eventuali situazioni di crisi e per l’attivazione delle procedure di allertamento». Da mettere a punto è anche la struttura del «Tavolo interministeriale di crisi cibernetica». Attualmente lo presiederebbe sempre al consigliere militare presiederlo al quale spetterebbe anche occuparsi, alla presenza anche dei ministri degli Interni, della Difesa e dell’Economia, di «assicurare le attività di reazione e stabilizzazione di competenza delle diverse amministrazioni in caso di crisi di natura cibernetica». Tra gli interventi allo studio anche misure di sicurezza sulla telefonia, specie mobile, in caso di emergenza nazionale, ma qui la partita potrebbe essere lunga e complicata.

Per il resto, con gli investimenti che saranno stanziati dal governo, si provvederà a costruire nuove sincronie e a dotare di migliore e più efficiente strumentazione l’intelligence italiana.

Per quanto riguarda la sicurezza cibernetica, resta il ruolo di proposta per strategie più efficienti, affidato al Dis. A metà della scorsa settimana, il direttore generale Giampiero Massolo e l’autorità delegata all’intelligence Marco Minniti hanno annunciato la nascita di un polo tecnologico a cui partecipa anche Finmeccanica. Il ministro degli Interni Angelino Alfano, parallelamente, sta valutando di rivedere le normative di accesso ai dati sensibili, compresi gli attuali protocolli di relazione con i provider stranieri, piuttosto farraginosi. I 150 milioni di euro, promessi da Renzi la scorsa settimana solo su questo capitolo, dovrebbero aiutare a fare investimenti rapidi.

Copertina: Matteo Renzi e Marco Minniti, AnsaFoto

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