Elezioni Amministrative 2016, le grane di Fi. A Milano in flessione il nome di Sallusti

Non solo i dubbi dell’ala moderata, con i malumori dentro Forza Italia. Ora ci sono anche alcune indiscrezioni sui sondaggi interni a frenare la possibile corsa del direttore del Giornale, Alessandro Sallusti, come candidato unitario a Milano del centrodestra ora a trazione leghista, in vista delle elezioni 2016. Per Silvio Berlusconi era l’ideale per sparigliare, una candidatura  «straordinaria». E anche Matteo Salvini era pronto a sostenerla. Ma il nome di Sallusti sarebbe in discesa: “pesato”, non sembra convincere del tutto. Perché, come confermano alcune fonti parlamentari azzurre, i risultati delle rilevazioni interne non sarebbero quelli sperati.

ELEZIONI MILANO 2016 ALESSANDRO SALLUSTI
Alessandro Sallusti e Daniela Santanché

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ELEZIONI MILANO 2016, SCENDE LA CANDIDATURA DI SALLUSTI –

Per oggi è atteso l’esito dei sondaggi sui Comuni commissionati alla nota sondaggista di Arcore Alessandra Ghisleri. Ma, in attesa, tra i banchi di Montecitorio, qualche notizia filtra già: «Non credo che sarà lui il candidato. Il suo nome non sfonda, anzi. E non è un caso che si stiano valutando anche altri nomi», spiega a Giornalettismo una fonte forzista. Non è l’unico. Non soltanto, spiegano, Sallusti farebbe fatica a conquistare i voti dei moderati: «Sembra che non ci sia partita» nell’ipotesi di una sfida con Giuseppe Sala. L’incognita dem, corteggiato da Renzi, ma ancora in stand-by. Soprattutto ora che l’uscente Giuliano Pisapia sembra voler puntare sulla sua vice Francesca Balzani per tenere unito il laboratorio arancione milanese. E allontanare l’ipotesi di una candidatura del commissario Expo che guarda più verso il centro, come antipasto del Partito della Nazione.  

Certo, è ancora presto. Ma l’ipotesi Sallusti, ancora “sondato”, rischia di essere lasciata in cantiere per il centrodestra. Anche perché, si ragiona in casa azzurra, Milano è una città particolare. Serve una figura in grado di tenere unita l’anima popolare ai ceti imprenditoriali e alla borghesia cittadina. Secondo l’area più insofferente del partito, Sallusti rischia di non rispondere a queste caratteristiche: «Perché dovremmo fare un regalo al centrosinistra? Da Milano possiamo ripartire, con Sallusti sarebbe difficile convincere i moderati a votarci», spiegano in Transatlantico.

ELEZIONI MILANO 2016, GLI ALTRI NOMI SONDATI. DE PACE: “MAI CON LA DESTRA” –

Lo stesso Sallusti non si sbilancia, per il momento. Anzi, ritiene complicata la corsa: «Non mi sono candidato e anzi spererei di non ricevere l’offerta di candidatura. Credo che quando qualcuno ti chiede seriamente di metterti a disposizione per la comunità sia arrogante e stupido dire di no a priori, però onestamente vedo molto difficile che si verifichino delle condizioni politiche affinché un esterno alla politica come me possa accettare una candidatura», ha spiegato a margine della presentazione del libro di Fiamma Nirenstein.


Videocredit: ALAnews

Dagli alleati, però, i corteggiamenti continuano: «Spero che il centrodestra trovi finalmente e rapidamente il candidato. Sallusti? Mi piace. Sento che ci sono delle perplessità, che forse ci sono altri», ha spiegato Maroni. Da Fdi-An, intercettato da Giornalettismo, La Russa concorda: «Sarebbe un ottimo candidato».

Di certo, in campo ci sono anche altre candidature. In corsa a Milano c’è anche Corrado Passera, che non piace però alla Lega Nord, per il suo passato nel governo Monti. E sondata dal Cav è stata anche Anna Bernardini De Pace. Si è data dieci giorni per decidere se correre per Palazzo Marino, ma già ha allontanato l’ipotesi di presentarsi sotto l’egida del trio Berlusconi-Salvini-Meloni: «Io non andrei a destra, sono da sempre una liberale, a 16 anni ero già iscritta al partito. Lista civica? Nel caso sì. Per ora però non mi candido, mi è stato chiesto ma non ho ancora deciso. La proposta lusinghiera mi è arrivata da più parti, è una cosa seria e difficile su cui voglio ancora riflettere», ha spiegato l’avvocato divorzista a Un giorno da pecora

ELEZIONI 2016, LE GRANE DI FI. ALTRI PARLAMENTARI IN CERCA DI APPRODO –

Di certo, al di là del singolo caso milanese, nei gruppi azzurri resta insofferenza in vista delle Comunali: «Non siamo in grado di proporre nomi innovativi, inseguiamo la Lega, al momento secondo me siamo ben sotto al 10%», spiega una fonte critica al Senato. E “radio Transatlantico” racconta di come non manchi il tentativo da parte di decine di peones azzurri di riciclarsi passare tra le fila leghiste: «Tanto ormai qui si attende soltanto l’ora del libera tutti. Berlusconi è stanco, la piazza di Bologna è stato il nostro funerale. Ci siamo consegnati alla Lega. A questo punto proviamo a contrattare da soli. Sperando che Salvini abbandoni le posizioni lepeniste». Complicato.

Intanto, in attesa del responso definitivo dei sondaggi città per città, non è ancora confermato l’ufficio di presidenza azzurro. I nomi per le Comunali latitano ovunque. Nella capitale c’è ancora una parte del partito azzurro che spinge per Marchini, sul quale lavorava da tempo Tajani. A Napoli il matrimonio con Lettieri, accusano, «sarà un’altra scelta perdente, come già successo in passato». Bologna è un altro rebus, così come Torino: si è fatto il nome di Daniela Santanché, ma la partita è complicata. E tra i big nessuno ha voglia di fare la vittima sacrificale o rischiare flop. Il centrodestra, ormai in ritardo, potrebbe alla fine candidare un nome di bandiera. Quel che è certo è che tra i gruppi azzurri la fiducia sia sempre più bassa nei confronti del Cav. E, sull’altro fronte, anche l’ex sodale Denis Verdini e le truppe di Ala aspettano di racimolare altri parlamentari: «Al momento siamo in una fase di stallo. Come una macchina parcheggiata in seconda fila, a sinistra. Ora però dobbiamo sistemarci», spiega un senatore di Ala. Tra alleanze alle comunali, rinnovo delle commissioni e nuovi assetti tra i centristi, l’ora del “parcheggio” definitivo ormai è vicina.

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