Minacce a Papa Francesco, ecco perché l’Africa fa paura

26/11/2015 di Redazione

Minacce a Papa Francesco, l’Africa fa paura. Dalla Somalia arriva il jihad, l’Isis ha propaggini nel corno d’Africa e c’è più di un motivo generico per preoccuparsi: il timore arriva dalla rivista Daqib, il magazine ufficiale dello Stato Islamico dove ad essere intervistato è il leader dei jihadisti somali. Particolare da non sottovalutare, poco prima degli attentati parigini ad essere intervistato da Daqib fu l’ideatore degli attacchi al Bataclan: Abdelhamid Abaaoud. Forse, si ragiona dalle parti dell’intelligence, l’Isis è molto più onesto di quanto non si creda: prima avvisa, poi colpisce.

MINACCE A PAPA FRANCESCO, ECCO PERCHE’ L’AFRICA FA PAURA

Il Messaggero spiega quali siano le preoccupazioni.

Non è sfuggito, infatti, agli analisti dell’antiterrorismo che la rivista Dabiq, il magazine dell’Isis, abbia scelto di intervistare nel numero del 18 novembre, Abu Muharib As-Sumali, un combattente di stanza in Somalia, che ha abbandonato Al Shabaab, cellula locale di al Qaeda, per giurare fedeltà allo Stato Islamico. L’articolo viene valutato dagli esperti come non casuale, visto che nel numero precedente era stato scelto come ospite Abdelhamid Abaaoud, la mente delle operazioni terroristiche parigine. Un’intervista nella quale il jihadista lanciava minacce all’Occidente, quasi un’anticipazione di quanto da lì a poco, sarebbe accaduto a Parigi. La tempistica, dunque, non può che preoccupare ed è giudicata un segnale. Il dialogo con As-Sumali potrebbe essere un’indicazione per qualcuno pronto ad agire? Nello stesso numero alla pagina 66, Papa Francesco è ritratto insieme con il Gran Mufti Yaran a Istanbul, e il messaggio che accompagna le immagini è più di una minaccia. Afferma il profeta di Allah che «giungerà presto un tempo in cui la conoscenza verrà tolta alle persone». E ancora, che «verranno eliminati i suoi rappresentanti più eruditi o i compassionevoli».

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Anche dove la minaccia è meno immediata, le preoccupazioni non mancano.

Altra tappa fortemente a rischio è considerata il Kenya, paese dove Bergoglio troverà ad accoglierlo una maggioranza cristiana. Nonostante questo, però, si tratta di un territorio sconvolto da continui episodi di violenza di matrice religiosa e da attentati terroristici che sono costati la vita a centinaia di persone. Da anni il gruppo jihadista Al Shabaad ha qui la sua base e nell’aprile scorso ha ucciso 147 studenti nel campus universitario di Garissa. Quasi tutti cristiani. Anche se nella geografia terroristica di quelle zone qualcosa sta cambiando. Al Qaeda sembra perdere pezzi. Sono state tante le defezioni da parte di chi sta giurando fedeltà al califfo Abu Bakr Al Baghdadi. E tra questi i componenti del gruppo camerunense guidato da Abubakar Shekau. Il fronte dal quale si teme che possano partire cellule pronte a fare strage di fedeli. Insomma, la minaccia sembra concreta. E a sottolinearlo è ancora una volta il sito dell’ambasciata americana che in un messaggio ai suoi connazionali ha chiesto di evitare viaggi in quelle zone.

Immagini: Getty Images

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