Lo struggente ricordo del fratello di Valeria Solesin

Valeria Solesin verrà oggi salutata dagli amici, da Venezia e dall’Italia alle 11, quando verrà salutata a Piazza San Marco. Il fratello ha voluto condividere il suo dolore con il Corriere della Sera

VALERIA SOLESIN, L’ADDIO DEL FRATELLO DARIO SOLESIN

Un addio struggente

Ha ricevuto l’abbraccio del premier, della presidente della Camera, oggi del capo dello Stato. «Ed è un onore, davvero. Quando Renzi si è avvicinato mi sono emozionato. Ma io avrei voluto tanto riabbracciare mia sorella, volevo solo quello». Dario Solesin è il fratello di Valeria. Due anni di meno, dieci giorni di distanza nei compleanni: 3 agosto lei, 13 agosto lui. Sorseggia un caffè in piedi e solo alla fine chiede, con timidezza: «Non è che fumi? Magari hai qualche sigaretta… Non dovrei farlo, Valeria mi bacchettava quando mi vedeva con una. È solo per questi giorni…».

Come struggente è l’affetto di questo fratello, rimasto da solo

«Si è fatta da sola, non le hanno regalato niente. Assieme a mia mamma è la persona che stimo di più al mondo. Mai banale, ti ascoltava davvero. Mi ha riletto la tesi di laurea, la correggeva senza fare la maestrina, dicendomi dove potevo migliorarla. Ha fatto lo stesso per il master. Non voglio dire che senza di lei non ce l’avrei fatta, ma mi ha aiutato molto, mi ha stimolato, è sempre stata un faro per me, più di una sorella».

Una sorella che ha preferito ricordare così come l’aveva lasciata, una settimana prima. Dario infatti ha deciso di non andare al riconoscimento

«Ho preferito ricordarla come l’avevo vista una settimana prima, nella casa nuova: 35 metri quadrati nell’XI arrondissement, lei e Andrea si erano appena trasferiti, prima vivevano in venti. Gli scaffali li avevano fatti con i bancali della frutta fresca presi nel supermercato dove lavora lui. L’ultima sera che siamo stati insieme abbiamo dormito nello stesso letto, emarginando Andrea che si doveva svegliare presto per andare a lavorare. Poi di mattina Valeria mi ha svegliato e mi ha preparato il caffè, come una mamma».

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