L’Argentina svolta a destra con Mauricio Macrì

Mauricio Macrì ha sconfitto di misura Daniel Scioli al ballottaggio, ponendo fine a un lungo periodo di dominio peronista in Argentina.

 (Photo by Mario Tama/Getty Images,)
I sostenitori di Macrì (in copertina) festeggiano la vittoria a Buenos Aires (Photo by Mario Tama/Getty Images,)

DANIEL SCIOLI RICONOSCE LA SCONFITTA –

Il candidato del partito conservatore ha vinto il ballottaggio con il 51% dei voti e il 10 dicembre prossimo comincerà il suo mandato di 4 anni. Dal primo ballottaggio della storia dell’Argentina, esce sconfitto Daniel Scioli, il candidato del peronismo e del governo uscente di Cristina Kirchner. Con il ballottaggio di ieri gli argentini «hanno eletto un nuovo presidente, l’ingegnere Mauricio Macri, che ho appena salutato telefonicamente»: lo ha detto il candidato peronista Daniel Scioli, che ha così riconosciuto la sconfitta elettorale.

 

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L’ARGENTINA SVOLTA A DESTRA –

«È cambiata un’epoca», ha detto il leader di «Cambiemos» salutando i sostenitori dopo la sua vittoria, che mette fine a 12 anni di peronismo «kirchnerista». Con questo voto, l’Argentina lascia la strada del peronismo dopo i due mandati della presidenta Cristina Kirchner (dal 2007 a2015) e quello del defunto marito Nestor (dal 2003 al2007). La fine di un’epoca segnata da successi, ma anche da un ultimo mandato che ha visto il paese scivolare verso la recessione senza che il governo riuscisse a porvi rimedio.

LA NUOVA DESTRA ARGENTINA –

«Metterò tutta la mia energia per costruire l’Argentina che sogniamo, con una povertà zero», ha promesso Macri. Il capo del governo di Buenos Aires si è anche rivolto alla comunità internazionale: «Lo dico ai fratelli dell’America Latina, del mondo, vogliamo avere buone relazioni con tutti i paesi, vogliamo lavorare con tutti». Frasi che annunciano un cambiamento di schieramento. migliori rapporti con gli Stati Uniti e un allontanamento dal Venezuela di Nicolas Maduro. Nella sede di «Cambiemos» a Buenos Aires c’era anche Lilian Tintori, moglie di Leopoldo Lopez, uno dei principali oppositori in Venezuela, attualmente in carcere.

UN BERLUSCONI D’ARGENTINA –

Mauricio Macri è argentino di origine italiana, suo padre Francesco Macri è infatti nato a Roma,  suo nonno paterno Giorgio fu uno dei fondatori del partito dell’Uomo Qualunque nel secondo Dopoguerra. Nato nel 1959 nella città di Tandil, in una delle famiglie più ricche del Paese, Franco Macri è infatti un magnate argentino. Il nuovo presidente è laureato in Ingegneria civile presso la Pontificia università cattolica argentina. Durante la campagna elettorale, ha fatto leva sulla sua capacità di governare, dimostrata nell’amministrazione di Buenos Aires, promettendo di estendere quel successo a tutto il resto del Paese. Macrì è stato anche presidente dal 1995 al 2008 vincendo titoli a livello nazionale e internazionale. Prima di diventare il leader di «Cambiemos», è stato deputato nazionale nel 2005 per i Repubblicani. Nel 1991, fu protagonista di un rapimento ad opera di agenti di polizia, che ottennero 2,5 milioni di dollari per liberarlo dopo 12 giorni. Secondo i critici Macri è un «neoliberista, un imprenditore di destra» che non ha a cuore il destino dei poveri. Ma durante la sua campagna elettorale ha precisato che tra le sue priorità c’è sradicare la povertà, lottare contro il traffico di droga e tenere uniti tutti gli argentini. Che almeno al 51% gli hanno creduto.

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