La vera storia di Beppe Grillo e della Paroxetina, «che induce i bambini al suicidio»

«Ritirate il farmaco che induce i bambini al suicidio». È la richiesta del blog di Beppe Grillo, che in un post del 18 novembre firmato M5S Europa, ha denunciato la somministrazione di un antidepressivo a base di paroxetina «prescritto da migliaia di medici in Italia e in tutta Europa». Il sito del leader del Movimento 5 Stelle ha ripreso la denuncia dell’associazione ‘Giù le mani dai bambini’ e ha citato uno studio pubblicato lo scorso 16 settembre sul British Medical Journal. L’associazione ha segnalato i rischi di assunzione del farmaco «che induce al suicidio e all’aggressività» al gruppo 5 Stelle al Parlamento Europeo, in particolare alla portavoce Tiziana Beghin, che ha poi presentato un’interrogazione parlamentare insieme ai deputati Piernicola Pedicini, David Borrelli e Laura Agea.

 

Ho visto, sulla rete, che molta gente si sta affrettando a postare bugiardini di farmaci a base di paroxetina che…

Posted by Piernicola Pedicini – Portavoce M5S al Parlamento Europeo on Giovedì 19 novembre 2015

 

PAROXETINA, COSA DICE L’AIFA –

Alcune importanti precisazioni sono necessarie. Come ha spiegato il sito Bufale.net, in realtà la prescrizione ai bambini del farmaco contestato dal blog di Grillo è sconsigliata già da molti anni e tutti i rischi sono già stati messi nero su bianco dall’istituzione pubblica competente per la regolamentazione dei farmaci. Il sito anti-bufale ha innanzitutto riportato il post di Facebook di un medico psichiatra, Valdimiro Carli, che ricorda il contenuto della scheda tecnica della paroxetina («La paroxetina non dev’essere usata per il trattamento di bambini ed adolescenti in quanto è stato riscontrato in studi clinici come la paroxetina sia associata ad un aumento del rischio di comportamento suicidiario e di atteggiamento ostile»). Poi ha ricordato che un vecchio documento dell’Aifa, l’Agenzia Italiana del Farmaco, afferma: «Le indicazioni attualmente autorizzate non prevedono l’uso del farmaco in età pediatrica». «La Cuf (Commissione Unica del Farmaco, nda) – si legge ancora nel documento – considera il rapporto/beneficio della paroxetina nel trattamento dei disturbi depressivi nei bambini non favorevole e raccomanda che i farmaci contenenti paroxetina non siano utilizzati per il trattamento della depressione nei bambini e adolescenti di età al di sotto dei 18 anni».

PAROXETINA, IL FOGLIETTO ILLUSTRATIVO –

Va precisato, inoltre, che la Paroxetina è un farmaco di fascia A, non è quindi vendibile senza prescrizione medica, e che sul foglietto illustrativo di qualsiasi prodotto che la contiene si legge chiaramente che non dev’essere usata per il trattamento di bambini e adolescenti. Il foglietto illustrativo di Paroxetina Ranbaxy, ad esempio, disponibile sul sito dell’Aifa, fa sapere:

Paroxetina Ranbaxy Italia non deve di norma essere usato per il trattamento di bambini e adolescenti al di sotto dei 18 anni di età. Deve infatti sapere che, in caso di assunzione di questa classe di medicinali, i pazienti al di sotto di 18 anni di età presentano un rischio maggiore di effetti indesiderati quali tentativi di suicidio, pensieri suicidari e ostilità (essenzialmente aggressività, comportamento di opposizione e collera). Malgrado ciò, il suo medico può prescrivere Paroxetina Ranbaxy Italia a pazienti di età inferiore ai 18 anni, perché ritiene che ciò sia nel migliore interesse per loro.

Insomma, lo studio citato sul blog di Grillo è certamente attendibile, ma risulta ingiustificato l’allarmismo che il post tende a generare. Come è noto, la cattiva interpretazione di dati scientificamente validi può far diminuire la fiducia nei confronti dei medici e della medicina. Ed anche delle istituzioni che fanno i regolamenti.

(Immagine da beppegrillo.it)

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