Matteo Renzi: «I paesi dell’est devono molto all’Europa, non ci dettino la morale»

Matteo Renzi

definisce i muri una trappola, e non una soluzione, per la crisi dei migranti che sta dividendo l’Europa. Il presidente del Consiglio spiega in un’intervista al giornale tedesco Die Welt di esser colpito negativamente dall’atteggiamento dei Paesi dell’Est, che non sembrano condividere l’idealità alla base della costruzione europea.

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L’intervista di Matteo Renzi a Die Welt, dal titolo “I Paesi dell’Est non ci devono dettare la morale”. Photo credit: www.welt.de

MATTEO RENZI TWITTER

Il lungo dialogo tra il quotidiano tedesco Die Welt e Matteo Renzi inizia con una domanda su Twitter. La testata del gruppo editoriale più importante della Germania, Axel Springer AG, rimarca le numerose riforme adottate dal governo del segretario del PD, illustrate quotidianamente su Twitter. L’intervista si svolge prevalentemente su temi europei, ma inizia con alcuni riferimenti alla vita pubblica del nostro Paese.

 

Due anni fa l’Italia era bloccata e impotente. Gli italiani, non io, ne avevano abbastanza. Volevano un altro passo. Sono entrato in gioco con il proposito di non finire come la Grecia ma di fare meglio della Germania. Oggi l’Italia è tornata ed è sulla giusta via. Berlusconi è il passato, io mi occupo di futuro.

 

Matteo Renzi affronta anche il suo rapporto con Angela Merkel, definito molto buono, anche grazie alla sincerità con cui si affrontano le questioni su cui ci sono punti di vista divergenti. Uno di questi è l’austerità con cui è stata affrontata la crisi del debito sovrano.

Puntare sull’austerità invece che sulla crescita è stato un errore, ma finché la situazione resterà questa, rispetterò le regole. Con un deficit del 2,2%  siamo riusciti a introdurre una riforma del mercato del lavoro nel 2015. Nel 2016 l’indebitamento scenderà. Se voglio far arrabbiare Angela, le ricordo che la Germania ha impiegato tre anni per fare una riforma del lavoro (come il Jobs Act, ndA) e ha superato il tetto del 3% del deficit.

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MATTEO RENZO MIGRANTI

Il cuore dell’intervista di Renzi a Die Welt riguarda la crisi dei migranti. In merito alla politica dell’accoglienza di Angela Merkel il presidente del Consiglio mostra parole di apprezzamento.

Non possiamo costruire nuovi muri. I muri sono  costruiti per essere abbattuti. Non sono una protezione, ma una trappola. Il problema dei migranti deve essere risolto  dall’Europa agendo insieme,  e ci deve essere chiaro che durerà molti anni. Chi afferma che si risolverà la crisi dei migranti in una settimana passa la palla a Marine Le Pen o agli altri demagoghi di destra. Non dobbiamo precipitare nel panico. In Italia il flusso dei migranti è cresciuto a livelli record negli ultimi due anni, ma ho esortato alla calma e alla riflessione, nonostante l’opposizione abbia fatto gioco sulle paure. Noi abbiamo bisogno di una strategia di lungo periodo, che si sviluppi su diversi anni.

Renzi rivendica con orgoglio l’operato dell’Italia in questi anni.

Abbiamo salvato gli uomini nel Mediterraneo, quando eravamo soli. Adesso la nostra Marina sta recuperando i morti dai relitti sul fondo del mare perchè vogliamo dare loro sepoltura. Siamo uomini, non bestie. Se riesci a recuperare un bambino che è affogato nella stiva di un’imbarcazione, non conta nessun sondaggio. Per fare questo potrei mettere in gioco molto più di un’elezione.

 

MATTEO RENZI EUROPA

Nel corso dell’intervista con Die Welt Matteo Renzi prende una posizione particolarmente netta nei confronti dell’Europa dell’Est, che in questi mesi ha proposto una linea molto meno solidale rispetto a quelle di Germania e Italia.

Mi colpisce in particolar modo il comportamento dei nuovi Stati membri dell’UE, che devono Devono molto all’Europa. In alcuni Paesi occidentali, partiti e leader politici hanno perso voti e posti per difendere l’ideale europeo. Per paura dell’idraulico polacco, in Francia è stato perso un referendum». «I paesi dell’Europa occidentale hanno pagato un prezzo politico per l’allargamento a Est dell’UE. Non va bene se ora questi Paesi ci dettano la morale. Non chiedo a nessuno aiuto per l’Italia. Il numero dei migranti che arriva ogni anno nel nostro Paese può essere gestito dalle nostre istituzioni. Ma la sfida complessiva deve essere affrontata dall’Europa come una vera unione. L’Italia versa ogni anno all’UE 9 miliardi di euro, che contribuiscono alla crescita dei nuovi Paesi Membri.  Questo tema non riguarda solo Orban, e non c’è una divisione tra destra e sinistra, attraversando i partiti europei. I socialisti della Repubblica Ceca e della Slovacchia sono sulla stessa linea di Orban e di molti polacchi. C’è una divisione geografica, non politica, tra quelli che conoscono l’Europa come un grande ideale, e chi, invece, ne vede principalmente l’utilità economica. Mi amareggia vedere la costruzione dei muri, trabocchetti per la libertà. Io voglio credere ancora nel grande ideale. L’Unione non esiste senza condivisione nella gestione dei grandi drammi e problemi del nostro tempo. L’UE non è solo un insieme di regole e non siamo un’unione di contribuenti. L’Eropa è un Paese con 500 milioni di abitanti. Per il mondo  è un modello di civilizzazione, e può farcela (a gestire la crisi dei migranti, ndA).

 

Renzi rimarca infine l’importanza dell’accelerazione del processo di adesione dei Paesi balcanici, Albania, Montenegro e Serbia, così come sia possibile stringere accordi di sviluppo con l’Africa per frenare l’immigrazione, strategia in cui l’Italia è in prima fila.

Photo credit: ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images

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