Imu e Tasi, come fare per pagarle giuste

La riforma del catasto è una di quelle leggi-annuncio che a più riprese vengono rimandate, posposte, rinviate sistematicamente: un primo passo però, da parte dell’Agenzia delle Entrate, viene effettuato con l’inserimento della metratura risultante ai fini legali nelle visure catastali: richiedendo questo documento sarà possibile controllare di quanti metri quadri, stando ai dati dello stato, sia composto il nostro immobile. Così da contestare, eventualmente, le agenzie comunali che ci chiedono i versamenti Imu e Tasi.

IMU E TASI, COSI’ SEI SICURO DI PAGARLE GIUSTE

Il Messaggero spiega di cosa si tratti.

Le visure, vale a dire i «documenti di identità» degli immobili, da ieri contengono anche il dato relativo ai metri quadri. Ed in questo modo sarà possibile verificare in tempo reale se quanto versato al Comune, sotto forma di Tari, corrisponde a quando dovuto in base a quello che ha stabilito la legge di Stabilità nel 2014. La novità riguarda 57 milioni di immobili sui 61 milioni registrati e prepara gli archivi dell’Agenzia delle Entrate anche in vista della rivoluzione catastale che, non prima di almeno tre anni però, vedrà il superamento dei vani e l’utilizzo dei metri quadrati anche per il calcolo delle rendite. Dunque, è bene sottolinearlo, al momento nulla cambia per quanto riguarda la Tasi e l’Imu. Con la svolta annunciata ieri crescono infatti i dati in possesso dei cittadini e che già da alcuni anni sono a disposizione dei sindaci. E la maggiore consapevolezza non solo aiuterà e semplificherà gli adempimenti, ma servirà anche a mettersi al riparo da sgradite sorprese: controlli, contestazioni e accertamenti.

La metratura sulle visure catastali aiuterà anche chi compra casa.

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In particolare per la tassa sui rifiuti, che da un paio d’anni si chiama Tari e per la quale si fa riferimento solo alla superficie calpestabile, esclusi i muri e le aree scoperte come, ad esempio, i balconi e i terrazzi. Nelle visure, il fisco renderà finalmente noti due valori. Il primo sono i metri quadrati complessivi in modo da verificare se, in caso di compravendita, la superficie dichiarata da chi cede l’immobile è «gonfiata». Il secondo, invece, è la superficie, sempre calcolata in metri quadrati, senza le aree scoperte. E in questo caso bisognerà considerare solo l’80% di questo parametro: uno sconto del 20% che di fatto serve a sottrarre i muri dalla misurazione. In base alla legge, in questo modo ci si potrà mettere al riparo da contestazioni pagando la giusta quota Tari. Come sarà possibile entrare in possesso di queste informazioni? I contribuenti che sono abilitati al dialogo «on line» con il fisco potranno acquisire telematicamente questi elementi mentre gli altri potranno richiederli presso gli sportelli del fisco gratuitamente se sono i proprietari (o i possessori).

Questa nuova documentazione è anche un’occasione per migliorare, integrare e correggere le banche dati dell’Agenzia delle Entrate.

In caso di incoerenza tra la planimetria conservata agli atti del catasto e la superficie calcolata – ha spiegato l’Agenzia – i cittadini interessati potranno inviare le proprie osservazioni e contribuire quindi a migliorare la qualità delle banche dati». La visura conterrà anche altre informazioni. Ci saranno i dati identificativi dell’immobile (sezione urbana, foglio, particella, subalterno e Comune) e ai dati relativi al classamento (zona censuaria ed eventuale microzona, categoria catastale, classe, consistenza e rendita).

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