Pensioni, ecco il piano Inps con i tagli a vitalizi e assegni d’oro

Reddito minimo per le famiglie disagiate con almeno un ultra 55enne. Riordino delle prestazioni assistenziali. Ricalcolo per le pensioni d’oro. Stangata sui vitalizi dei politici. Ipotesi di flessibilità in uscita dal mondo del lavoro. Sono alcuni dei prinicpali punti programmatici principali del documento redatto dall’Inps (e voluto dal presidente Tito Boeri) relativo alle modifiche da apportare alla previdenza per renderla sostenibile ed equilibrata, un disegno complesso al quale il governo ha già ribadito in parte (quella relativa al reddito per gli over 55) il suo secco «no». Ne parla Luisa Grion su Repubblica:

Cuore della riforma proposta è l’istituzione di un reddito minimo di 500 euro al mese per famiglie disagiate con almeno un ultra 55enne. Una «inclusione attiva» per rimettere in piedi persone che molto difficilmente potranno riconquistare un posto fino al raggiungimento dell’età pensionabile. Misura da finanziare azzerando l’assistenza sociale per over 65enni di famiglia ricca (il “decalage” degli aiuti partirebbe dai 32 mila euro).

E ancora:

L’Inps propone un riordino delle prestazioni assistenziali, parlando di «una cattiva selettività degli strumenti esistenti». E spiega: «Ci sono costi limitati a carico di circa 230.000 famiglie ad alto reddito appartenenti per lo più al 10 cento della popolazione» che si vedrebbero «ridurre trasferimenti assistenziali loro destinati».
Nel piano c’è anche un ricalcolo per pensioni d’oro e vitalizi. L’Inps prevede un prelievo sugli assegni superiori dieci volte al minimo (5 mila euro lordi al mese), attraverso un ricalcolo con il metodo contributivo. Per gli importi medio-alti (tra i 3.500 e i 5.000 euro lordi al mese) si ipotizza un congelamento. C’è anche una stangata sui vitalizi dei politici, sui quali è prevista l’applicazione tout court al contributivo dal primo gennaio 2016. Tra i potenziali perdenti « 250.000 percettori di pensioni elevate», chiarisce l’Istituto. A cui si aggiungerebbero «più di 4.000 percettori di vitalizi per cariche elettive».

 

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Infine, la possibilità di uscita flessibile dal mondo del lavoro, ipotesi che il governo dopo il recente rinvio dovrebbe affrontare definitivamente il prossimo anno. Secondo il piano dell’Inps di Boeri il pensionamento diventerebbe possibile dai 63 anni e sette mesi, con una riduzione dell’assegno che si applica alla sola quota retributiva e che tende ad assottigliarsi nel corso del tempo. Il taglio medio non supererebbe l’11 per cento. La flessibilità verrebbe concessa in caso di presenza di un minimo di anzianità contributiva pari a venti anni e in caso di un assegno non inferiore a 1.500 euro mensili.

(Fto di copertina: JEAN-SEBASTIEN EVRARD / AFP / Getty Images)

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