Le lettere della P2 per “ricattare” il Papa

Continuano a trapelare informazioni sui due libri in uscita in questi giorni oggetto del famigerato Vatileaks II che ha portato al fermo di due persone nei giorni scorsi. Oggi il Corriere racconta due episodi abbastanza inquietanti che hanno avuto come finalità una sorta di “ricatto” alla Santa Sede

LETTERE E FURTI

Il primo riguarda delle vecchie lettere

Un carteggio riservato, risalente al 1970, su affari tra il Vaticano, il faccendiere piduista Umberto Ortolani e il banchiere Michele Sindona, inviato il 26 aprile dell’anno scorso alla Prefettura degli Affari Economici «per minacciare Papa Francesco» e «procurare grave imbarazzo alla Santa Sede». A Sindona, a testimonianza di quanto il banchiere siciliano fosse identificato all’epoca con la Curia romana, arrivavano direttamente Oltretevere lettere così indirizzate: «Mr. Michele Sindona c/o Pope Paul VI, The Vatican, Roma (Italy)»

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Il secondo invece un furto di documenti che ricorda molto da vicino l’inizio di Suburra

Ma c’è anche il racconto di una clamorosa effrazione, degna del Watergate, avvenuta il 30 marzo 2014 nel Palazzo delle Congregazioni per rubare fascicoli e documenti dall’archivio segreto della Cosea, la Commissione pontificia di studio sulle strutture economiche e amministrative del Vaticano. Carte delicatissime e un messaggio chiaro rivolto «a chi porta avanti il cambiamento». Il furto, di cui non si era mai saputo nulla fino ad ora, sarebbe stato un avvertimento. Come dire: «Sappiamo dove custodite il vostro archivio, possiamo arrivarci quando e come vogliamo. Sappiamo e possiamo tutto».

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