Alfredo D’Attorre lascia il Pd: «Niente spazi per cambiare manovra»/VIDEO

04/11/2015 di Alberto Sofia

Alfredo D’Attorre lascia il PD. Ora c’è anche l’ufficialità. Come aveva anticipato Giornalettismo, il deputato ha abbandonato il partito insieme ai deputati Vincenzo Folino e Carlo Galli: il 7 novembre, al Quirino, lanceranno con i parlamentari di Sel, gli ex dem Stefano Fassina e Monica Gregori e l’ex Sel Fava (ma senza Civati e i suoi) il gruppo unitario della sinistra, in vista della creazione del nuovo soggetto politico.

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Lo stesso D’Attorre aveva vincolato la sua permanenza nel Pd alla possibilità di modificare la manovra. Ma, di fronte al testo blindato da Renzi nei suoi punti più critici, dal tetto contante a 3mila euro fino alla mancata progressività sul nodo dell’abolizione di Imu e Tasi, il deputato (ex bersaniano) ha deciso di lasciare. «Una decisione che non avrei mai immaginato di dover prendere. Dopo una lunga e tormentata riflessione ho ritenuto di non avere alternative», ha spiegato al termine della riunione tra Renzi e i gruppi parlamentari sulla stabilità. Il motivo? «Renzi ha detto con chiarezza che sulla manovra sono possibili solo modifiche di dettaglio non sull’impianto e ha fatto capire che si ricorrerà al voto di fiducia. Quindi non c’è spazio per modifiche che corrispondono al dissenso che ho rispetto alle politiche economiche del governo». 

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Ora per D’Attorre inizierà il nuovo percorso, nel tentativo di costruire un partito a sinistra del Pd renziano: «Il nostro un sogno onirico per Renzi? Il premier ritiene che non ci sia vita a sinistra del Pd, io credo che ritenga che non ci sia proprio spazio per la sinistra». La certezza, però, è che il progetto della sinistra antirenziana partirà senza il contributo di Civati, che lancerà il 21 novembre a Napoli la sua nuova creatura Possibile e resterà fuori dai gruppi unitari: «Un progetto già azzoppato? Vedrete, presto i nostri percorsi convergeranno», ha replicato D’Attorre. Convinto che presto anche altri lasceranno il Pd: «Nel medio periodo, nemmeno tanto alla lunga, un partito così non regge. Il processo di distacco è destinato a crescere e ad accentuarsi nei prossimi mesi»

«Credo sia un errore, dovrebbe continuare la sua battaglia nel PD», ha commentato Orfini, in merito alla decisione di Alfredo D’Attore di lasciare il Pd. «Lui è un amico e mi dispiace», ha concluso il presidente del partito. 

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