Michel Martone, lo sfigato che arriva secondo su due

26/01/2012 di Dario Ferri

IL VERDETTO – Alla fine arriva il verdetto:

La Commissione apprezza l’impegno didattico e scientifico del candidato. La produzione scientifica si caratterizza per l’originalità e per il possesso sicuro del metodo giuridico, anche se per uno dei Commissari non denota il raggiungimento della piena maturità. Il candidato è pertanto giudicato dalla maggioranza della Commissione maturo per ricoprire il ruolo del presente concorso.

Che permetterà così a Martone di andare a sedersi sulla cattedra dell’Università di Teramo, anche se il posto a Siena se lo prende la Borgogelli. L’importante è l’idoneità, che permette di avere il posto a Teramo. Ma a questa storia, per essere completa, manca ancora un pezzetto. E ce lo racconta il Secolo XIX di oggi.

IL MONDO ACCADEMICO VS MARTONE – Uno dei cinque commissari di quel concorso, scrive il giornale genovese, ha accettato dietro anonimato di ricordare come andò quel concorso. E ha esordito con una frase inequivocabile: “E’ un raccomandato di ferro iper-spinto da tutto il mondo”. L’insigne giuslavorista – così lo definisce il Secolo XIX – continua: “Non è il peggio che mi sia capitato, ma è un’esagerazione spingerlo così”. D’altronde, Mattia Persiani, presidente della Commissione che l’ha giudicato, era il suo professore. Per questo, ha detto il sottosegretario recentemente, si è battuto per la sua idoneità. Adesso molto si spiega. Così come Martone potrà sicuramente spiegarci perché un giovane di sicuro talento e grandi capacità sia arrivato, in un concorso pubblico, soltanto secondo su due. Una cosa un po’ da sfigati, direbbe lui.

(foto copertina da: Wikipedia)

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