Cantone: «Milano capitale morale, Roma non ha gli anticorpi di cui ha bisogno»

Mentre a Roma prosegue l’incognita del ritiro delle dimissioni di Ignazio Marino, da Milano il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone, dichiara che il capoluogo lombardo torna a essere la «capitale morale» del paese.

«ROMA DIMOSTRA LA SUA MANCANZA DI ANTICORPI» –

Cantone ha ricevuto oggi il Sigillo della Città, riconoscimento che gli è stato consegnato dal sindaco Pisapia per il lavoro svolto per Expo. Nel suo discorso, oltre che elevare Milano a capitale morale, ha anche criticato la città di Roma per la sua «mancanza di anticorpi» contro la corruzione: «Sono onorato di questo riconoscimento e sono onorato di riceverlo in un momento in cui Milano si riappropria del ruolo di capitale morale d’Italia, in un momento in cui la capitale reale non sta dimostrando di avere gli anticorpi morali di cui ha bisogno e che tutti ci auguriamo recuperi».

«SU ROMA CE LA STIAMO METTENDO TUTTA» –

Cantone ha però sottolineato come il «modello Milano» applicato a Expo nella lotta alla corruzione sia «difficilmente ripetibile se qualcuno pensa che basti Anac». E ancora: «Su Roma ce la stiamo mettendo tutta ma manca proprio questo, stiamo trovando più ostacoli perché la bellezza del modello Milano è la sinergia. Ognuno sui suoi binari, ma guardando all’obiettivo comune”.

UN MODELLO DIFFICILE DA ESPORTARE –

A margine della cerimonia di consegna del Sigillo della Città – alla quale erano presenti anche anche il prefetto di Milano, Francesco Paolo Tronca, e il procuratore Edmondo Bruti Liberati – Cantone è tornato sulla situazione di Roma: «Io sto incontrando difficoltà in parte superate anche dall’impegno, perché il comune di Roma non è fatto solo da soggetti di Mafia Capitale che hanno fatto attività illecita, ci sono anche moltissime persone perbene. Il problema principale – ha proseguito Cantone – È quello di trovare una squadra in grado di funzionare. All’interno dell’amministrazione abbiamo trovato punti di riferimento importanti ma la sinergia che si è verificata a Milano è una sinergia anche difficile da esportare come modello: l’idea di dover lavorare tutti per lo stesso obiettivo, ognuno per la propria parte. Con Expo abbiamo lavorato benissimo, ci sono stati momenti di tensione, anche di conflitto duro dal punto di vista della contrapposizione, ma l’obiettivo lo avevamo tutti presente. E questo non sempre è facile da trovare».

(Photocredit copertina: ANSA/STEFANO PORTA)

 

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