Fori Imperiali pedonali, l’ultima trincea di Ignazio Marino

Lasciare Roma, se deve, avendo dato un ultima botta di evidente cambiamento con la pedonalizzazione integrale e definitiva dei Fori Imperiali: questa è l’intenzione di Ignazio Marino, o meglio, lo sarebbe  se la sua giunta dimissionaria non avesse tutta l’intenzione di far slittare il provvedimento. Pesano sulle idee di Ignazio Marino sia un parere negativo dell’ufficio mobilità del Campidoglio che le perplessità del ministro Dario Franceschini in persona.

FORI PEDONALI, L’ULTIMA TRINCEA DI IGNAZIO MARINO

La cronaca di Roma del Messaggero dà conto di come il cammino della delibera sia dato per abbastanza faticoso in Campidoglio.

Il colpo di teatro del sindaco potrebbe rivelarsi un pericoloso boomerang per la sua immagine, perchè la maggioranza dei suoi assessori sarebbero già pronti a rinviare l’esame della delibera «per ulteriori approfondimenti». A pesare sono soprattutto i rilievi dell’Ufficio della Mobilità, che ha espresso parere negativo per un piano partorito in fretta e furia all’indomani della presentazione delle dimissioni. Lo scontro in Campidoglio avrebbe raggiunto un livello tale da spingere lo staff del sindaco ad esercitare una sorta di pressione garbata sul funzionario più severo nei confronti del progetto affinché eviti di essere in ufficio nei giorni della firma definitiva, magari “per malattia”, per non intralciare il piano di Marino. Nessuno, tuttavia, può addolcire i dissensi degli assessori che sarebbero pronti a bocciare senza appello la delibera, confermando le perplessità di urbanisti, storici e archeologi, da Giuliano Volpe a Salvatore Settis, che hanno ribadito come questa idea urbanistica appaia oggi arretrata e poco funzionale alla valorizzazione del patrimonio culturale.

Sarebbero al lavoro anche i canali con il ministro della Cultura Dario Franceschini – magari per far rientrare dalla finestra un qualsivoglia tipo di relazione con il governo: tuttavia, questa ipotesi sarebbe difficile quanto le altre.

 Sembrerebbe che il sindaco abbia promesso al ministro di prevedere una navetta elettrica che faccia la spola tra la fermata della stazione metro Colosseo e piazza Venezia a fronte della chiusura totale dei Fori Imperiali. Un contentino per il Mibact. E in virtù di questa soluzione estrema, come raccontano i bene informati, il sindaco dimissionario sfoggerebbe una presunta benedizione dal dicastero. In realtà, la posizione dei Beni culturali rimane ferrea: «La preoccupazione del ministero è che l’area archeologica non venga isolata dal resto della città, che venga garantita l’accessibilità al Colosseo e al Palatino con mezzi pubblici, comodi per turisti e romani».

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La realtà è che la deviazione di sette linee del Trasporto Pubblico locale impensierisce non poco.

La chiusura definitiva per bus e taxi implica la deviazione di sette linee. Sul possibile scenario gli ingegneri hanno forti dubbi: «I nuovi percorsi dovrebbero adottare la viabilità del sabato e domenica». Ma se nei giorni festivi l’impatto è poco doloroso, nei giorni feriali, alle ore di punta, «si tradurrà in una congestione del traffico». In realtà, come invitano a riflettere gli esperti, «per un cambiamento così complesso, sarebbe stato necessario uno studio preliminare di fattibilità sui flussi di traffico, son simulazioni prossime alla realtà». Ma la corsa all’investitura politica ha sacrificato le priorità. (…) Le perplessità in queste ore arrivano sempre più accese dal personale del Mibact che ha una visione pragmatica delle ripercussioni sull’area archeologica centrale. «Innanzitutto il ritiro dell’immondizia che si accumula nei luoghi molto frequentati come il Colosseo e l’area del Foro romano Palatino. Come passerà il furgone?». Altro caso, il rifornimento dei bookshop (tre al Colosseo e altrettanti tra Foro e Palatino). Un altro problema riguarda i mezzi che devono arrivare sull’area per gli scavi, i restauri, la movimentazione di reperti pesanti. A giorni dovrà essere montata una speciale gru per il cantiere del Foro della Pace. Senza dimenticare lo spettro più inquietante: l’invasione degli ambulanti abusivi. «Tolgono i mezzi e lasciano i risciò?». Si fa presto a dire parco archeologico.

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