Pensioni, la flessibilità in uscita arriverà nel 2016

Sarà il 2016 l’anno della flessibilità in uscita dal mondo del lavoto. Ad affermarlo è stato il ministro Giuliano Poletti nel corso di un videoforum di Repubblica Tv, nello stesso giorno in cui i sindacati hanno annunciato lo sciopero contro la proroga per altri due anni (il biennio 2017-2018) del taglio delle rivalutazioni delle pensioni (che il governo Letta inizialmente aveva previsto per il triennio 2014-2016). Ne parla Roberto Mania su Repubblica:

Poletti prova a spegnere subito la polemica e ipotizza la possibilità che da qui al 2017 possano trovarsi altre risorse per consentire il ricorso al part time per chi è prossimo alla quiescenza, alla cosiddetta “opzione donna” (in pensione a 57-58 anni con 35 di contributi e il ricalcolo dell’assegno con il metodo contributivo) e alla no tax area per i pensionati.

 

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Non è chiaro però in che modo il governo è intnzionato ad intervenire. Il rpincipale problema per l’esecutivo resta quello delle coperture: la contabilità dello Stato deve avere copertura nell’anno in cui si realizza. Scrive Mania:

Il problema è finanziario e probabilmente pure di coraggio politico perché la riforma Fornero ha garantito risparmi e dato un contributo fondamentale al riordino dei nostri conti pubblico, cambiarla vuole dire mettere a rischio il risultato che anche la Commissione di Bruxelles ci riconosce.

Nessuna novità ci sarà nel 2016 per gli esodati. Poletti ha confermato che quella contenuta nella manovra finanziaria appena approdata al Senato è «l’ultima» salvaguardia per chi era rimasto dopo la legge Fornero senza lavoro e senza pensione.

(Foto di copertina: ANSA / MATTEO BAZZI)

 

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