Pensioni, taglio delle rivalutazioni oltre i 2mila euro

La legge si Stabilità prevede anche un taglio alle rivalutazioni delle pensioni più alte. Viene esteso (con alcune modifiche) al 2018 la sforbiciata alle indicizzazioni degli assegni Inps già prevista dal governo Letta per il triennio 2014-2016.

 

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PENSIONI, NUOVI TAGLI OLTRE I 2MILA EURO –

Ad avere un assegno un po’ più leggero saranno precisamente i pensionati che percepiscono più di 2mila euro al mese, oltre 4 volte la pensione minima. Nello stesso tempo viene confermata per il biennio 2017-2018 la rivalutazione piena (con indicizzazione del 100%) per coloro che ricevono un assegno fino a 3 volte il minimo (fino a circa 1.500 euro).

PENSIONI, RIVALUTAZIONE DAL 75 AL 45% OLTRE I 3MILA EURO –

Ma cosa cambia, nel dettaglio? La manovra finanziaria firmata dal presidente della Repubblica ed ora approdata al Senato prevede per coloro che ricevono assegni superiori a tre volte il minimo e inferiori a 4 volte (inferiori cioè a circa 2mila euro) una rivalutazione del 95% contro il 90% previsto nel triennio 2014-2016. Per quanto riguarda invece le pensioni comprese tra 4 e 5 volte il minimo (fino a circa 2.500 euro) è stata decisa una rivalutazione nel biennio 2017-2018 del 75% contro il 90% previsto attualmente. Maggiori differenze per chi ottiene una pensione compresa tra 5 e 6 volte il minimo. In questo caso l’assegno verrà rivalutato del 50% invece che per il 75%. Infine, i trattamenti pensionistici che superano di 6 volte il minimo pensionistico. Per gli assegni oltre i 3mila euro la rivalutazione sarà del 45% contro l’attuale 75% del triennio in corso.

Il governo inizialmente aveva pensato di prolungare e rimodulare le rivalutazioni delle pensioni come clusola di salvaguardia nella legge di Stabilità. In seguito la soluzione è diventata una copertura per finanziarie l’opzione donna, la no-tax area e il part-time.

(Foto di copertina: JEAN-SEBASTIEN EVRARD / AFP / Getty Images)

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