Un forte terremoto scuote l’Asia

La scossa è stata sentita in tutta l’Asia meridionale, la gente è corsa in strada anche ad Islamabad, che dista circa 400 chilometri dall’epicentro, ma anche in India il sisma, che è durato a lungo, ha suscitato allarme fino alla capitale, New Delhi.

UN TERREMOTO SENTITO IN MEZZA ASIA –

Secondo l’US Geological Survey l’epicentro della scossa che ha colpito il Nord dell’Afghanistan si trova a circa 250 chilometri a Nord di Kabul, nei pressi della città di Chitral, con una potenza corrispondente al grado 7,7 della scala Richter e a una profondità di 213,5 chilometri. Al momento si segnalano solo 11 vittime nella regione pachistana dello Swat, ma si teme che nonostante il terremoto abbia scatenato la sua energia in zone relativamente popolate, le conseguenze in termini di vittime e di distruzioni potrebbero essere ingenti. Si tratta di aree poco collegato dalle quali occorrerà tempo per avere una conta dei danni esaustiva, che rischia di assumere le dimensioni di una strage con migliaia di vittime.

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ORA SI TEME IL PEGGIO –

La scossa è stata sentita in maniera molto forte dagli abitanti della capitale pachistana, fuggiti dalle case mentre i muri degli edifici ondeggiavano, secondo le prime testimonianze. In Pakistan si segnalano i crolli di edifici in diverse città, da Rawalpindi al Kashmir, dove sembra abbia colpito con grande violenza abbattendo anche le linee elettriche e i segnali telefonici, ma anche nella capitale indiana la gente è uscita in strada allontanandosi dagli edifici (in copertina), mentre le scosse hanno fatto scattare il blocco automatico della metro. La scossa è durata dai 30 ai 40 secondi ed è stata seguita da scosse minori, ma non per questo meno allarmanti, l’intero sciame è durato una ventina di minuti a partire dalle 3 e 40 del pomeriggio, gettando nel panico milioni di persone. Il presidente pachistano Nawaz Sharif ha dichiarato lo stato d’emergenza, subito seguito del collega afgano Ashraf Ghani.

terremoto afghanistan

LE PRIMe NOTIZIE DALLE LOCALITÀ COLPITE –

Mentre di parla già di «decine» di morti e «centinaia» di feriti solo in Afghanistan, arrivano i primi rapporti sulla presenza di vittime. 29 sono le vittime annunciate finora nella regione pachistana dello Swat, mentre 12 studentesse afgane sarebbero morte nella ressa provocata dalla paura del sisma, calpestate dalle compagne in fuga dall’istituto femminile che frequentavano a Taloqan. Nel Kashmir indiano sarebbero invece 5 le vittime, una delle quali è un’anziana colpita da un infarto per la paura. Come sempre accade in casi del genere in queste regioni, montagnose e mal collegate, le prime notizie sui danni arrivano dalle zone relativamente colpite e più urbanizzate, ai margini del sisma.

DANNI E FRANE –

A suscitare i maggiori timori sono le frane, avvistate numerose sui pendii della regione, come nella zona di Nagar dove se ne sono registrate alcune imponenti. Durante e dopo le scosse che hanno colpito il Nepal dal 25 aprile scorso, furono proprio le frane a provocare le stragi maggiori tra le 9.000 vittime, investendo e a volte cancellando interi villaggi. In Pakistan intanto il bilancio è già salito a 110 vittime e 400 feriti. 10 anni fa un terremoto d’intensità simile uccise 75.000 persone in Pakistan. Dalla provincia del Khyber Pakhtunkhwa, già nota come provincia del Nord-Ovest e forse la più colpita dell’intero Pakistan, è giunta la dichiarazione del primo ministro della provincia che ha detto che un’idea precisa dei danni si potrà avere solo domani, ma che da alcune zone ha già ricevuto rapporti pessimi, anche se per ora non si è ancora sentito di interi villaggi cancellati dalle frane come è accaduto in Nepal.

 

 

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