Migranti, cosa vuole fare Angela Merkel per fermare la crisi

Migranti

, il presidente della Commissione UE ha convocato un vertice straordinario dei capi di governo di 10 Stati per evitare lo scoppio di una nuova crisi nei Balcani. Una richiesta esplicita della Germania, che non riesce più a controllare la pressione migratoria in arrivo dall’Europa orientale.

MIGRANTI IN ARRIVO

– Tende al rogo, migliaia di persone che marciano nel gelo invernale, in condizioni sempre più precarie, e costruzioni di nuove barriere per fermare i loro arrivi. Nei Balcani la situazione sta tornando esplosiva come nell’estate appena conclusasi: in Slovenia sono arrivate oltre 20 mila persone dall’ultimo fine settimana, e il Parlamento di Ljubljana ha autorizzato l’utilizzo dell’esercito per fermare l’ingresso dei migranti. La costruzione di barriere ai confini si sta estendendo nella regione, dopo l’imprimatur dato dall’Ungheria, che chiudendo la sua frontiera ha messo in grave difficoltà la Croazia, la Serbia e la Slovenia. La Germania, che non riesce più a sostenere l’ingente afflusso di persone, ha chiesto e ottenuto dal presidente della Commissione Juncker un vertice straordinario di 10 capi di governo per arrivare a un coordinamento capace di mitigare la crisi dei migranti. Domenica a Bruxelles si troveranno i leader di Germania, Austria, Bulgaria, Croazia, Macedonia, Romania, Serbia, Slovenia e Ungheria. L’obiettivo dell’esecutivo comunitario è fermare l’attuale deriva, in cui ogni Stato UE fa sostanzialmente quello che vuole per contrastare, o gestire, la crisi dei migranti. Dalle frontiere aperte, per quanto temporanee, di Austria e Germania, ai muri e i gas lacrimogeni anti migranti dell’Ungheria. La chiusura temporanea dei confini, decisa dai singoli governi, ha messo sempre più in difficoltà gli Stati UE confinanti, come in una sorta di scaricabarile dei migranti.

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MIGRANTI ANGELA MERKEL

Angela Merkel è la leader che più ha richiesto questo vertice straordinario, che si svolgerà a lato della normale vita delle istituzioni comunitarie. Il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, potrebbe anche non partecipare a questo incontro tra i leader di 8 Paesi UE più due Stati associati come Macedonia e Serbia. La Germania chiede di porre fine all’attuale situazione, in cui ogni Paese balcanico, a partire dalla Grecia, da dove arrivano i migranti in maggioranza siriani e afgani, in cui ogni Paese balcanico fa transitare migliaia di persone verso il Nord. La gestione di questo flusso così ingente può essere risolta attraverso la costituzione di hotspot di registrazione, quote vincolanti di ricollocazione dei migranti, un comune diritto asilo europeo, limiti temporanei minimi e massimi per la concessione degli status di rifugiati e un rafforzamento del controllo dei confini esterni dell’UE. Oltre a questo, si dovrà aumentare l’aiuto finanziario della Turchia per la creazione e la gestione di nuovi campi profughi. Queste richieste della Germania, condivise dalla Commissione UE, non sembrano però apprezzate da diversi governi dell’Est Europa. Al momento la crisi dei migranti sembra dividere i Paesi UE in due campi: da una parte chi la vive come un’emergenza di sicurezza, da mitigare attraverso un più stringente controllo dei confini. Alla via dei muri si contrappone invece chi invece la reputa una sfida umanitaria da vincere per favorire l’integrazione.

Photo credit: Jeff J Mitchell/Getty Images

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