Game Therapy, il film degli youtubers di cui non sentivamo la necessità

Game Therapy, il film con le star di YouTube Federico Clapis, Favij, Decarli e Zoda, è stato presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma. La pellicola è stata proiettata verso le nove di mattina, ma ho aspettato che facesse buio per scriverne. Un lungometraggio che lascia perplessi, talmente confusi che risulta difficile perfino commentarlo. Partiamo quindi dalle cose semplici: la trama.

LA TRAMA –

Francesco (Favij) è un ragazzo intelligente e videogamer esperto. Per sfuggire alle difficoltà della vita quotidiana si rifugia nel mondo virtuale, dove scoprirà tra le righe del codice di un videogioco le coordinate per raggiungere una stanza segreta. Qui troverà un supercomputer in grado di trasportare la mente dei giocatori all’interno del gioco stesso. Quando però si rende conto di aver bisogno di un partner per le sue missioni, chiede aiuto all’amico Giovanni (Federico Clapis), gamer navigato che lo accompagnerà nelle sue avventure. Ben presto però la realtà virtuale si scontrerà con quella quotidiana: Giovanni si fidanza con Danika (Elisa Piazza) e avrà sempre meno tempo da dedicare a Francesco che, al contrario, sta cercando un modo per trasferirsi definitivamente nella realtà virtuale.

LA RECENSIONE –

La prima domanda che necessita di una risposta è il motivo per cui questo film abbia visto la luce.

“Abbiamo cominciato con la curiosità: chi sono questi YouTubers? Cosa creano? Chi sono i loro fan, perché seguono e supportano religiosamente i loro contenuti? Sono considerati vere e proprie rock star, allora perché non dare ai loro fan qualcosa che non hanno ancora visto? “Game Therapy” è nato così, dalla curiosità, ed è cresciuto fino ad essere un film con il coinvolgimento, fin dalle prime fasi, proprio degli stessi Youtubers”.

Se l’intenzione, come specificato nelle note di produzione, era quella di far conoscere il mondo degli YouTubers, perché fare un film che parla di tutt’altro? Sembra decisamente più plausibile che l’idea fosse quella di sfruttare i milioni di follower delle webstar: se li seguono su YouTube lo faranno anche al cinema. Il soggetto, se guardato con attenzione, non è del tutto banale, la regia è affidata al pluripremiato Ryan Travis e suoni e musiche sono curati nei minimi dettagli. Insomma, le carte in regola c’erano quasi tutte, ma poi cosa è successo? “È la somma che fa il totale” diceva Totò, ma non in questo caso.

Se prendiamo una sceneggiatura debole, attori che non sono attori e mettiamo a loro disposizione tutto il necessario per fare un buon film, non è detto che questi ci riescano. E non è stato così per Game Theory che si risolve in qualcosa di poco comprensibile. Per rendere meglio l’idea, il contrasto è lo stesso che si ottiene facendo recitare a Massimo Boldi la parte del protagonista in Matrix. Ed è proprio al capolavoro dei Fratelli Wachowski che Travis si ispira più o meno liberamente nella sua ultima fatica. Inverosimile e inaccettabile che ci sia ancora qualcuno che pensi che i videogiochi siano un rifugio per disadattati. Specialmente se il protagonista è Favij, che ha trovato nel gaming la chiave del proprio successo.

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