Pensioni, le tre novità: salvaguardia degli esodati, part-time e opzione donna

Opzione donna, settima salvaguardia degli esodati e part-time. Sono queste le novità sul fronte pensioni contenute nella legge di Stabilità approvata in Consiglio dei Ministri. Le soluzioni del governo in materia di previdenza sono arrivate dopo un tira e molla durato mesi sulla flessibilità in uscita, che ora viene rinviata perché «mancano numeri chiari» e limitata a misure «a costo zero». Una scelta poco gradita al presidente dell’Inps Tito Boeri, che ieri ha commentato: «Interventi selettivi e parziali che creano asimmetrie di trattamento e che daranno spinta a ulteriori misure parziali, tra l’altro molte costose». Boeri, in sostanza, avrebbe preferito «un intervento organico e strutturale».

 

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PENSIONI, SETTIMA SALVAGUARDIA DEGLI ESODATI –

Sono diverse le perplessità. Valentina Conte su Repubblica spiega:

La settima salvaguardia coprirà altri 32 mila esodati, dice il ministro Poletti, lasciati dalla legge Fornero del 2011 senza stipendio né pensione (ma la deputata pd Maria Luisa Gnecchi nella bozza di testo ne ha contati solo 26.300, mentre l’Inps in tutto ne stima 49.500 ancora da proteggere).

PENSIONI, PART-TIME –

Il part-time viene considerata una norma a rischio flop:

Il part-time pare invece un’arma spuntata. Chi è a tre anni dalla pensione può scegliere di lavorare meno (tra il 40 e il 60%), sempre che l’azienda sia d’accordo. I contributi figurativi li versa lo Stato, per non danneggiare la pensione futura. E ildatore integra la busta paga con il resto dei contributi che avrebbe versato in full-time. Semplificando, lavori la metà e prendi i due terzi, ma per l’azienda costi quasi uguale.

PENSIONI, OPZIONE DONNA –

E ancora, Spiega Conte su Repubblica:

C’è poi l’opzione donna, o meglio la sua conferma per il solo 2015: le dipendenti che compiono 57 anni e tre mesi (o 58 anni e tre mesi, se autonome) entro il 31 dicembre 2015 e hanno almeno 35 anni di contributi possono andare in pensione, evitando così lo scalone Fornero previsto per il 2016, quando l’età dell’uscita salirà di quasi due anni (65 anni e 7 mesi per le dipendenti, 66 anni e un mese per le autonome). Ma ad un costo salatissimo, dal 30 al 50% in meno sull’assegno previdenziale, calcola Progetica, visto che nei loro confronti si applicherà per intero il contributivo.

(Foto di copertina: ANSA/ALESSANDRO DI MEO)

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