Il nostro fantacalcio in USA diventa un gioco d’azzardo, dopo innumerevoli truffe

Le scommesse online inquietano il legislatore americano perché sono difficili da tracciare e organizzate per lo più da operatori off shore, che si tengono prudentemente lontani dalla giurisdizione americana. Tra queste ci sono anche i cosiddetti «fantasy sport», equivalenti al nostro fantacalcio che fino a ieri non avevano neppure bisogno di nascondersi.

FanDuel

LA DECISIONE DEL NEVADA SUI FANTASY GAMES –

Il Nevada Gaming Control Board, quello che sovrintende alle regole dei giochi nello stato e in particolare a Las Vegas, ha appena concluso che i siti che propongono i daily fantasy sports (DFS) o fantasy games, offrono gioco d’azzardo. La decisione espone due giganti del settore, DraftKings e FanDuel al rischio di dover fare le valige e trasferirsi altrove o a quello di ricalibrare il proprio business secondo le disposizioni che regolano il gioco d’azzardo. Oltre a quello di pagare sanzioni imponenti per il pregresso fuorilegge.

UN’INDUSTRIA MILIARDARIA E ILLEGALE –

L’industria dei DFS l’anno scorso ha fatturato quasi tre miliardi di dollari negli Stati Uniti, parlando di fatturato ufficiale e in qualche modo tassato, perché poi come per le scommesse tradizionali anche i DFS possono essere offerti dall’estero e lo sono al punto che probabilmente la maggior parte del volume d’affari è sconosciuto al fisco americano.

La decisione in Nevada arriva dopo alcuni anni nei quali la pressione contro questo genere di giochi e per le scommesse off shore è cresciuta con continuità, ma negli ultimi tempi si è registrata una vera e propria impennata sia nell’attenzione pubblica che nel fiorire di pessime notizie per questa industria.

UNO SCANDALO DIETRO L’ALTRO –

Diversi scandali hanno messo alla luce vere e proprie truffe ordite dai dipendenti delle aziende che gestiscono i giochi, alcuni dei quali sono stati sorpresi a ricevere borse con centinaia di migliaia di dollari in contanti e in contanti avvengono anche i pagamenti delle scommesse più ingenti, mentre per quelli minori si usano transazioni bancarie dissimulate da acquisti online. Le autorità statunitensi hanno poco margine di manovra e ancora meno ne hanno contro i DFS, possono infatti incriminare solo le persone che agiscono negli Stati Uniti e che spesso sono gli ultimi anelli della catena, perché se ci sono americani ai vertici questo accade al riparo di una serie di società estere che li nascondono agli occhi degli inquirenti americani, costretti così a spendere tempi biblici per abbattere una di queste organizzazioni, senza alcuna garanzia che un suo franchising non rispunti da lì a poco. L’ultima legge che ha tentato di regolare il settore fu licenziata al Congresso in fretta e sul filo della mezzanotte e non è stata memorabile, visto che si limitava a proibire i pagamenti online delle scommesse illegali e che mancò di regolare i fantasy game, che così sono presto diventati un canale per le scommesse illegali.

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LA CACCIA AL TESORO È APERTA –

I gestori sanno di non essere perfettamente in regola, nel corso di un’inchiesta condotta dal New York Times e da PBS ad esempio, diverse società specializzate hanno fatto sparire dalla loro offerta i siti del genere non appena si è manifestato l’interesse dei giornalisti. Niente che possa spaventare chi opera al riparo delle frontiere, e che attraverso siti esteri raccoglie più denaro di tutti i casinò o gli scommettitori che rispettano la legge, tanto che dal 2006 a oggi il giro d’affari delle organizzazioni sgominate si calcola in 10 miliardi di dollari, con i top player che raccoglievano più di un miliardo all’anno in scommesse.

 

 

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