Canone Rai in bolletta, chi deve pagarlo e chi invece no

Sia ottimismo che perplessità accompagnano la scelta del governo (annunciata nelle scorse settimane e confermata dalla legge di Stabilità) di trasferire a partire dal prossimo anno il canone Rai nella bolletta elettrica. La manovra di bilancio presentata ieri in Consiglio dei Ministri prevede nel 2016 (in virtù di un previsto abbattimento dell’evasione) una riduzione della tassa sul possesso del televisore dagli attuali 113,50 a 100 euro. Il tributo dovrebbe poi calare nel 2017 a quota 95 euro. Matteo Renzi ha escluso che la novità possa andare incontro a impugnativa dinanzi alla Corte Costituzionale. «A mio giudizio è al riparo da impugnative. Poi lo vedremo solo vivendo», ha detto stamane in un’intervista a Radio 24. A sollevare dubbi sono innanzitutto le associazioni di consumatori.

 

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CANONE RAI IN BOLLETTA, DUBBI DEI CONSUMATORI –

Federconsumatori ed Adusbef (come pure il Codacons) nei giorni scorsi hanno dichiarato l’intenzione di ricorrere alla Consulta perché il canone Rai nella bolletta elettrica imporrebbe – hanno spiegato – la tassa agli utenti «in maniera generalizzata, non esclusivamente a chi effettivamente è in possesso di un apparecchio televisivo». Un simile allarme lo ha lanciato anche Assoelettrica, sottolineando il rischio di equiparare le utenze elettriche con i soggetti che devono pagare il tributo. «Mentre gli intestatari di bollette elettriche non in possesso di apparecchi radiotelevisivi o di comunicazione sarebbero comunque sottoposti al pagamento del canone – ha fatto sapere in un comunicato l’Associazione Nazionale delle Imprese Elettriche – i possessori di apparecchi che non sono anche intestatari ne uscirebbero esentati». Ma non solo. «Il pressoché certo contenzioso costituzionale che ne scaturirebbe – ha affermato ancora l’Assoelettrica – potrebbe portare, in caso di dichiarazione di incostituzionalità, all’apertura di moltissimi giudizi civilistici/tributari per la restituzione delle somme indebitamente percepite, con inutile aggravio per il sistema giudiziario». Un aggravio come quello che potrebbero subire proprio i fornitori di energia elettrica. Se il canone venisse trattato come un onere da incassare per conto di terzi, le società vedrebbero accolarsi gli eventuali mancati pagamenti (crediti) e si esporrebbero, di conseguenza, ad un elevato rischio morosità.

CANONE RAI, COME SI PAGA OGGI –

Dunque, non è escluso che il cammino verso la semplificazione possa complicarsi. Fino ad oggi il versamento per il rinnovo del canone Rai è stato effettuato con un bollettino di c/c 3103 intestato all’Agenzia delle Entrate.

CANONE RAI, QUANDO E COME FARE LA DISDETTA –

La disdetta è prevista esclusivamente per cessione di tutti i televisori in proprio possesso, per alineazione (in caso di rottamazione, furto o incendio degli apparecchi) o per suggellamento (che consiste nel rendere gli apparecchi inutilizzabili, generalmente mediante chiusura in appositi involucri). La disdetta va effettuata entro il 31 dicembre e dispensa dal pagamento della tassa dal primo gennaio succesivo. Per renderla efficace (a qualsiasi titolo richiesta) gli utenti devono compilare un’apposita dichiarazione scaricabile dal sito della Rai, compilarla barrando alcune delle opzioni indicate, firmarla, e spedirla tramite raccomandata con ricevuta di ritrono all’indirizzo: Agenzia delle Entrate S. A. T. – Sportello Abbonamenti Tv – Ufficio Torino 1 – C. p. 22 – 10121 Torino.

CANONE RAI, COME SI PAGHERÀ IN FUTURO –

Le novità sul canone Rai sono state annunciate ieri dal premier Renzi nella conferenza stampa dopo il Consiglio dei Ministri che ha approvato la legge di Stabilità 2016. A quanto pare la tassa sulla televisione si pagherà a rate, ogni due mesi. I dettagli arriveranno dopo il via libera definitivo alla manovra di bilancio, con un decreto attuativo del dicastero dello Sviluppo Economico (decreto che definirà anche il riversamento all’Erario delle somme incassate dalle aziende elettriche e le gestione incrociata delle banche dati). Bisogneà poi chiarire anche i costi dell’operazione per le compagnie elettriche e le modalità in cui saranno risarcite. Spiega oggi Marco Mele sul Sole 24 Ore:

Il canone si pagherà a rate, ogni due mesi, perchè è stata esclusa l’ipotesi di far pagare l’importo in due rate: rischia di aumentare la morosità. I dettagli saranno affidati a un decreto del Ministero dello Sviluppo, sentita l’Autorità per l’Energia, da emanare entro 45 giorni dall’entrata in vigore della Legge di stabilità, il primo gennaio del 2016. Non è chiaro, quindi, se la nuova modalità di raccolta del canone entrerà in vigore dal 2016, com’è nelle intenzioni dell’esecutivo, o dal 2017.

CANONE RAI, CHI (E CHI NON) LO PAGHERÀ –

Per quanto riguarda la platea dei contribuenti il canone Rai, in base al piano del governo, sarà pagato per le prime case. E per evitare la tassa sarà opportuno dimostrare invece che non si è in possesso di televisori. Continua Mele sul Sole 24 Ore:

Il canone sarà dovuto solo una volta da chi utilizza nella propria residenza anagrafica apparecchi «atti o adattabili» alla ricezione delle trasmissioni radiotelevisive. I cento euro, insomma, valgono anche per i tablet usati in famiglia. A pagare dovranno essere le prime case, e non le seconde, o, meglio, pagheranno e le utenze residenziali domestiche (conosciute dalle compagnie elettriche). Chi non pagherà la quota del canone sulla bolletta dovrà dimostrare di non aver alcun apparecchio per ricevere la tv.

È escluso il rischio che i contribuenti morosi vengano privati della corrente elettrica:

Non sembra vi sarà il distacco dell’utenza in quest’ultimo caso, ma solo una segnalazione all’Agenzia delle Entrate.

CANONE RAI, QUANTO GUADAGNERÀ LO STATO –

Come detto, l’obiettivo del governo è quello di abbattere l’evasione, che ha superato il 30% e che costa un mancato gettito di 5/600 milioni di euro l’anno:

Il provvedimento elimina il pagamento del canone tramite bollettino, ne riduce l’importo (sono confermate le esenzioni attuali per chi ha più di 75 anni e non supera un determinato reddito) e, soprattutto, dovrebbe ridurre drasticamente un’evasione praticata, nella media nazionale, dal 27% delle famiglie, con punte oltre il 40% in alcune regioni. Si tratta di un mancato introito di almeno 500 milioni di euro. Se l’operazione “canone in bolletta” avrà gli effetti desiderati, si avrà un extragettito più o meno analogo. La cui destinazione è da definire: dovrebbe andare alla Rai, la cui concessione scade nel maggio 2016, in cambio, forse, di una riduzione dell’affollamento pubblicitario delle reti pubbliche o di una di queste. O di impegni vincolanti sul fronte dell’alfabetizzazione digitale.

(Foto di copertina: Ansa / Guido Montani)

 

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