Disoccupazione giovanile, in Europa del Sud e Italia i dati peggiori a livello mondiale

Disoccupazione giovanile

, la percentuale di under 25 che non lavorano scende a livello globale. In Europa ci sono i dati peggiori del mondo, con tassi di disoccupazione giovanili drammatici nel Sud: Grecia, Spagna e Italia sono caratterizzati dai valori più negativi.

DISOCCUPAZIONE GIOVANILE ITALIA

La disoccupazione giovanile a livello globale diminuisce. La flessione degli under 25 che non trovano lavoro nonostante lo cerchino è il dato più rilevante del rapporto Ilo “Tendenze globali dell’occupazione giovanile 2015”. In totale secondo l’Organizzazione internazionale del Lavoro sono 73,3 milioni i giovani che non lavorano a livello mondiale, un dato in calo rispetto al massimo di 76,6 raggiunto nel 2009, subito dopo lo scoppio della crisi finanziaria. La percentuale dei giovani disoccupati a livello globale si è stabilizzata intorno al 13%. Prima dello scoppio della recessione globale era scesa intorno all’11%, e dopo il rapido aumento del 2010 e del 2011 i valori sembrano essersi per ora assestati sul dato del 13%. Una percentuale elevata ma per nulla omogena tra i diversi Continenti. In Asia la disoccupazione giovanile si assesta al 10%, mentre nei Paesi industrializzati sale al 16,6%. Particolarmente preoccupante è il dato del Sud Europa, dove si riscontrano i dati peggiori a livello globale. In Grecia, Spagna gli under 25 senza lavoro sono il 50%, mentre in Italia superano il 40%. Dati tra i più elevati al mondo, visto che in zone ben più povere come Africa del Nord e Medio Oriente la disoccupazione giovanile si assesta al 30%. Nei Paesi in via di sviluppo ci sono però ben 169 milioni di giovani che lavorano e hanno un reddito al di sotto della soglia di povertà assoluta, meno di due dollari al giorno. Questo spinge tantissime persone a voler emigrare in altri Paesi più ricchi, come rilevato anche da Ilo, secondo cui a Sud del Sahara ben il 37% dei giovani vorrebbe lasciare i loro Paesi per trasferirsi nei Continenti più ricchi.

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Photo credit: Christopher Furlong/Getty Images

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