Francia: la guerra all’Isis sbarca in tv con 4 spot choc

In Francia alcuni familiari di quattro combattenti dell’Isis hanno deciso di testimoniare per una campagna del governo contro il reclutamento di giovani jihadisti. Nei quattro brevi filmati diffusi da ieri i parenti delle reclute parlano del loro dolore e della loro incredulità per la scelta dei loro ragazzi. Nessuno di loro aveva sospettato, né capito, la volontà di figli e fratelli di lasciare il Paese e gli affetti per arruolarsi nello Stato Islamico.

 

 

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I racconti sono strazianti. Parla Baptiste, padre della 17enne Léa, scomparsa di casa senza preavviso, portando con sè solo una sciarpa e uno zaino, in guerra diventata sposa di un portavoce dell’Isis. Aveva avuto anche un figlio. Ora Léa non c’è più, è morta. «Papà, mamma, so che vi farò del male. Sono in Siria», aveva avertito dopo la partenza. Cercava un mondo migliore, ma ha trovato l’inferno, è il messaggio di Baptiste.

 

 

Parla poi Véronique, mamma di un ragazzo apparentemente senza alcun disagio. «Amava la musica, lo sport. Avevamo passato un weekend in famiglia, a fare le crêpes, tra mille attività. Il giorno dopo che non c’era più», racconta la donna. Ora non sa dove il figlio sia finito. «È terribile, vorrei andare a cercarlo, e abbracciarlo», dice commossa.

 

 

Ha accettato di mostrarsi alle telecamere anche Saliha, Saliha, mamma di Sabri, 17enne partito per la Siria nell’agosto 2013. «Mamma sono in Siria», il messaggio inviato alla mamma dopo l’arrivo nel campo di battaglia. Ora anche lui non c’è più.

 

(Foto di copertina: YouTube / canale GouvernementFR)

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