Gerusalemme, donna palestinese accoltella un passante ebreo

Non cala la tensione a Gerusalemme e nei Territori Occupati, percorsi da un’ondata di proteste decollata dopo le settimane di confronti tra fedeli della moschea di al Aqsa e autorità israeliane.

 

A Palestinian man shows the rubble of a destroyed house after Israeli security forces demolished the homes of two Palestinians behind attacks in the Palestinian neighborhood of Jabal Mukaber in east Jerusalem, on October 6, 2015. Israeli Prime Minister Benjamin Netanyahu pledged an iron fist against mounting unrest. The houses knocked down were the former homes of Ghassan Abu Jamal and Mohammed Jaabis, they killed four rabbis and a policeman before being shot dead in November 2014. AFP PHOTO / THOMAS COEX (Photo credit should read THOMAS COEX/AFP/Getty Images)
Un palestinese mostra la casa demolita di uno dei palestinesi che il 6 ottobre scorso hanno attaccato e ucciso due israeliani. (Photo credit should read THOMAS COEX/AFP/Getty Images)

ANCORA MANIFESTAZIONI, ANCORA VIOLENZE –

Anche ieri centinaia di abitanti arabi di Jaffa (Tel Aviv) si sono scontrati di notte con reparti della polizia israeliana durante una manifestazione indetta ‘«a sostegno della moschea al-Aqsa di Gerusalemme», che in questi giorni è al centro di un duro confronto fra palestinesi ed israeliani. Diversi automezzi sono stati danneggiati da pietrate e alcuni agenti sono rimasti contusi nel corso degli incidenti, protrattisi per circa due ore. Diversamente dai giorni scorsi non si segnalano però vittime palestinesi.

L’ATTACCO A GERUSALEMME –

A Gerusalemme invece una donna palestinese ha tentato un accoltellamento a Gerusalemme vecchia, vicino alla Porta dei leoni, ferendo un uomo di 36 anni nella parte superiore del corpo e un altro lievemente. L’uomo era armato e ha reagito sparando contro la donna, ferendola gravemente. L’aggressione è avvenuta nei pressi del luogo nel quale la settimana scorsa un giovane palestinese aveva accoltellato a morte due israeliani, prima di essere ucciso a sua volta. In seguito all’attentato odierno la polizia ha imposto misure straordinarie nella città vecchia di Gerusalemme. La porta di Damasco – uno degli accessi principali – è stata sbarrata. Gli israeliani che si trovavano sulla Spianata delle Moschee sono stati fatti evacuare. La Spianata antistante il Muro del Pianto ora è vuota e centinaia di agenti presidiano la zona.

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NETANYAHU A SUO AGIO, ABBAS DISORIENTATO  –

Nei giorni scorsi Netanyahu aveva promesso il pugno di ferro contro le proteste palestinesi, ai quali il governo ha ristretto l’accesso alla sacra moschea e che in genere sono rimasti senza speranza a breve termine, visto che Israele rifiuta da anni di proseguire nei colloqui di pace e che, anche ieri, continua ad annunciare la costruzione di nuove colonie illegali. Illegali come le demolizioni delle abitazioni dei palestinesi che si rendono responsabili di violenze contro gli occupanti, un trattamento che invece viene risparmiato ai coloni estremisti che da gennaio ad oggi hanno compiuto più di 500 attacchi contro la popolazione occupata. In particolare ha destato scandalo il caso dell’uccisione di una famiglia palestinese nel rogo della loro casa e il fatto che il ministro dell’Interno abbia affermato di conoscerne gli autori, ma di non perseguirli per non compromettere gli informatori infiltrati nello stesso movimento dei coloni, che il governo definisce «terroristi», ma che poi vanno ampiamente assolti. Anche in questi giorni torme di estremisti israeliani hanno potuto circolare indisturbati per le strade cantando «morte all’arabo» e aggredendo diversamente israeliani e pacifisti, godendo della protezione della polizia. Lo stesso leader Abbas pare impotente, vista l’evidente inutilità del governo palestinese, e starebbe meditando di cancellare gli accordi di Oslo, che Israele non rispetta, e di lasciare a Tel Aviv l’amministrazione e il controllo dei Territori Occupati nella West Bank.

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