Metro Roma, Stefano Esposito scrive a Matteo Renzi: “Serve un commissario”

Metro Roma, Stefano Esposito scrive a Matteo Renzi: “Serve un commissario per le linee della Metropolitana A e B”. Fra il sindaco di Roma Ignazio Marino e il presidente del Consiglio dei Ministri, è noto, i contatti sono se non rarefatti praticamente assenti: così, è il senatore piemontese che prende l’iniziativa e dialoga uno a uno con il capo del Governo: “Matteo, serve un commissario per le linee della metropolitana romana”. E il presidente del Consiglio, sembra, si sarebbe detto disponibile ad intervenire in aiuto della mobilità romana.

METRO ROMA, STEFANO ESPOSITO SCRIVE A MATTEO RENZI: “SERVE UN COMMISSARIO”

Giovanna Vitale sulla Cronaca di Roma di Repubblica dettaglia il colloquio fra l’esponente dei Giovani Turchi e il Rottamatore.

«Caro Matteo, senza un commissario straordinario che mi permetta di affidare i lavori in pochi giorni, non so che farmene dei 30 milioni che il governo intende erogare per la manutenzione straordinaria delle metropolitane. Perciò, ti prego, pensaci: il Giubileo è alle porte e noi non abbiamo più molto tempo». È più o meno questo il discorso che l’assessore alla Mobilità Stefano Esposito ha fatto sabato scorso al premier Renzi per convincerlo che, senza quei poteri speciali da lui più volte invocati, non sarà possibile rimettere in sesto la rete underground della capitale che, fra controsoffitti crollati e binari dissestati, riserva disagi quotidiani a cittadini e turisti. La risposta, giura il senatore dem, «dovrebbe arrivare entro mercoledì». E, se sarà positiva «come io credo, forse riusciremo a fare in pochi mesi quello che a Roma manca da 10 anni ».

La Metropolitana di Roma, ha ribadito ieri Stefano Esposito a l’Arena di Massimo Giletti su Rai1, ha bisogno di interventi urgenti su “massicciate, binari, ruote dei treni e segnalamento”.

Interventi urgenti, non differibili, da realizzare con procedura accelerata: “A me serve qualcuno che possa fare gli affidamenti diretti in due giorni”, ha detto Esposito.

“Ho posto un problema di 30 milioni da spendere entro il 15 dicembre. Ieri ho parlato con il presidente del Consiglio, gli ho fatto il quadro della situazione, mi ha detto che capisce, si rende conto e che le risorse arriveranno. Ma io gli ho fatto una richiesta molto precisa: “Nomina un commissario sotto la tua responsabilità. Il prefetto Gabrielli, il giudice Cantone, la Guardia di Finanza o chi vuoi tu. Entro martedì o mercoledì mi ha promesso una risposta”

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Sulla Cronaca di Roma del Messaggero si spiegano quali sono le ipotesi che circolano a Palazzo Chigi.

Le possibilità sono due. La prima porta dritti dritti a un decreto del consiglio dei ministri che dovrebbe così nominare il commissario e accompagnarne l’investitura con un’adeguata copertura economica. Esposito parla di trenta milioni di euro necessari per mettere in sicurezza le ferrovie sotterranee della Capitale gestite da Atac. Il Governo dovrebbe dunque indicare un esperto di trasporti a cui concedere i super poteri: gare in affidamento diretto, nessun tetto per gli appalti. Attualmente il Comune sta bandendo le gare con una certa lentezza (ne sono partite 5 su 13) lavorando sotto la soglia di 1 milione di euro, perché altrimenti scattano le procedure europee e tutto diventa più lungo e macchinoso. Il commissario ad hoc per i trasporti del Giubileo porta con sé una serie di controindicazioni. A partire dal ruolo del sindaco. Che dopo il faro del prefetto Franco Gabrielli sul Campidoglio per la fase post Mafia Capitale, lo sguardo severo di Raffaele Cantone sugli appalti passati al setaccio dall’Anac e il rigore di Silvia Scozzese sulla gestione del debito capitolino, ora si troverebbe un altro commissario sulla sua strada in un momento già di per sé molto delicato. I renziani spingono per questa ipotesi, il diretto interessato molto meno.

Oppure, continuano dal Governo, l’ipotesi potrebbe essere quella dell’allargamento del perimetro della delibera sui poteri a Roma Capitale per traffico e lavori pubblici in vista del Giubileo della Misericordia.

In questo caso la modifica potrebbe prevedere per il Comune, staziona appaltante degli interventi di manutenzione sulla metro, la possibilità di agire in deroga. Senza creare nuove figure. Allo stesso tempo anche per i fondi sarebbe sempre tutto più agevole. Si continuerebbe a usare il meccanismo già adottato per la prima tranche dei lavori del Giubileo: l’allargamento del Patto di Stabilità. Dunque sempre risorse dei romani. «E sotto il controllo di Cantone, di Gabrielli, anche della Guardia di Finanza». Al di là degli strumenti, ammette Esposito, «se dovessimo ottenere questo risultato, sarebbe straordinario».

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