Cosa ha detto Matteo Renzi al Wall Street Journal (sulla Russia e sui Paesi dell’Est Europa)

Matteo Renzi ha rilasciato una intervista al Wall Street Journal.

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Il presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi ha sollecitato la Russia per un maggior coinvolgimento nella crisi siriana e ha criticato la resistenza dei paesi dell’Europa orientale sulla emergenza migranti.

Il giorno dopo lo scontro tra il presidente Barack Obama e il presidente russo Vladimir Putin sulla crisi siriana, Renzi ha rilasciato una intervista al Wall Street Journal rimarcando quanto la Russia sia fondamentale per il successo di qualsiasi soluzione nel conflitto del paese medio orientale.
“E ‘impossibile raggiungere la pace senza un coinvolgimento della Russia”, ha affermato. Sarebbe “un errore incredibile” escludere la Russia dai colloqui.

Il commento di Renzi è solo una delle ultime reazioni da parte dei leader europei sul ruolo della Russia nella crisi siriana, dopo che il paese ha intensificato il suo coinvolgimento militare nell’area. In un’intervista con il Wall Street Journal, all’inizio di questa settimana, il primo ministro britannico David Cameron aprì alla cooperazione con la Russia per sconfiggere le forze dello Stato islamico nella zona, respingendo però l’idea di sostenere il presidente siriano Bashar al-Assad.

Renzi ha replicato alle preoccupazioni espresse da alcuni leader europei che vedono l’Italia interessata a un coinvolgimento russo a causa dei suoi stretti legami economici con il paese orientale, in particolare nel settore dell’energia.
Secondo il premier 40enne la Russia è la chiave per qualsiasi soluzione definitiva della crisi siriana, che garantirà una stabilità a lungo termine del paese, tracciando un parallelo con il caos che ha invece stravolto la Libia negli ultimi anni.
«Se decidiamo di intervenire senza una strategia per il futuro – ha rimarcato Renzi – distruggiamo un paese»

Il premier ha anche toccato la crisi migranti, dibattito centrale nell’Unione Europea. La scorsa settimana, Bruxelles ha superato le obiezioni degli Stati membri dell’Europa orientale sul piano di redistribuzione di 120.000 migranti in tutto il continente.

I leader politici e gli esperti sostengono che il piano di redistribuzione non sia sufficiente a far fronte al grande flusso di immigrati provenienti dal Medio Oriente e l’Africa. L’Italia ha affrontato 131.000 arrivi via mare dall’inizio di quest’anno, 382.000 sono invece stati gli arrivi in Grecia.

I leader dell’Europa orientale, in particolare il primo ministro ungherese Viktor Orban, si oppongono ferocemente alla redistribuzione, sostenendo che l’UE dovrebbe concentrarsi nell’arginare il flusso migratorio piuttosto che accogliere i migranti. Grecia e Italia hanno spinto fortemente per una maggiore redistribuzione creando così una risposta unitaria dell’Unione Europea alla crisi.

L’Ungheria sta costruendo un muro per tenere fuori i migranti, mentre alcuni paesi dell’Europa orientale hanno dichiarato di non voler più accettare profughi.

Renzi ha criticato i paesi dell’Europa orientale che hanno ricevuto molto aiuto dall’UE nel corso degli anni (denaro raccolto da paesi ricchi come l’Italia) e che ora non vogliono partecipare a una soluzione più larga a livello europeo.

«Se si pensa che singoli stati membri si rifiutano di accettare 300 persone dopo tutti gli euro ricevuti (dall’Ue ndr) per il salvataggio dei loro paesi… ritengo che sia immorale», ha concluso il presidente del Consiglio.

(in copertina foto ANSA/ ANGELO CARCONI)

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