Scandalo Volkswagen, l’Ue cambia i test sulle emissioni (e penalizza auto ibride e a benzina)

Lo scandalo delle auto Volkswagen con motore diesel, dotate di un software capace di ingannare i controlli antinquinamento negli Usa, non poteva non avere ripercussioni forti anche in Europa. La Ue ha infatti deciso che cambierà in maniera drastica la metodologia seguita per i test di omologazione. Ne parla Vincenzo Borgomeo su Repubblica:

La legge attuale – in vigore in ben 50 Paesi – prevede infatti che i consumi per tragitti in città e su strada siano calcolati simulando il viaggio delle macchine su speciali rulli e per un tempo complessivo di 1.180 secondi, circa 20 minuti: per 780 secondi viene misurato il consumo nel percorso urbano, per 400 secondi quello di un viaggio extraurbano; per un tempo massimo di 10 secondi, infine, si raggiunge invece la velocità di 120 chilometri orari. Non solo: le case costruttrici hanno la possibilità di effettuare questi test con aria condizionata spenta e con modelli completamente privi di accessori, quindi spesso non in vendita.

La decisione rischia dunque di penalizzare le auto ibride, cioè ad alimentazione mista elettrico-benzina, ma anche le supercar e le auto a benzina di grande cilindrata. Le auto ibride fanno quasi tutta la prova odierna in modalità elettrica, mentre quelle a benzina di grande cilindrata, usano un centesimo della loro potenza. Impossibile dire ora come l’Unione Europea intenda effettuare i futuri test di omologazione.

VOLKSWAGEN, A BRUXELLES INCONTRO IL 6 OTTOBRE –

Certo è che invece a Bruxelles cominceranno presto gli incontri per arrivare ad una soluzione. Fonti Ue hanno fatto sapere che il 6 ottobre si riunirà il comitato tecnico composto dalle autorità di omologazione nazionali. L’incontro dovrebbe servire per lo scambio di informazioni sulle indagini in corso in diversi paesi. In base ai risultati delle discussioni, verrà poi deciso «se sono necessarie indagini su altri produttori auto».

VOLKSWAGEN, ACCERTAMENTI DELLA PROCURA DI TORINO –

In Italia ad indagare è soprattutto la Procura di Torino, che sta effettuando – si legge in una nota del procuratore Armando Spataro – «accertamenti preliminari», in relazione al caso Volkswagen, anche finalizzati «alla verifica della competenza territoriale» dell’ufficio in ordine a eventuali ipotesi di reato. «Non sono allo stato previsti – si legge – esami di persone informate sui fatti o interrogatori».

VOLKSWAGEN, CONSUMATORI SUL PIEDE DI GUERRA –

Pronti alla battaglia contro Volkswagen ed eventuali truffe compiute da altre compagnia sono anche le associazioni dei consumatori, che stanno valutando la possibilità di una class action. L’intenzione è quella di utilizzare tutti gli strumenti per ottenere prima i chiarimenti dalla casa tedesca e poi i risarcimenti a favore dei clienti italiani che ne possono derivare. Gli strumenti sono diffide formali, richieste di incontro, pressing sul Governo e il Parlamento per accelerare sul fronte della class action. Altroconsumo ha diffidato formalmente il gruppo di Wolfsburg, con una lettera inviata alla sede italiana e alle altre europee, chiedendo di risarcire i consumatori danneggiati e di assicurare una totale trasparenza futura. «Sempre più spesso – dice Altroconsumo – sono tenute in considerazione le caratteristiche inquinanti delle automobili al momento dell’acquisto e i dati alterati hanno orientato, condizionandole, le scelte di consumo. Non solo ingannando gli acquirenti, ma anche tramutandoli in nuovi untori che hanno inconsapevolmente provocato danni ambientali. Di questo ci riserviamo di chiedere conto alla Volkswagen anche in sede penale».

Federconsumatori e Adusbef chiedono intanto di mettere all’ordine del giorno l’entrata in vigore della nuova class action già approvata dalla Camera, considerandola «strumento indispensabile per tutelare in maniera efficace ed incisiva i cittadini coinvolti e per far ottenere loro i dovuti rimborsi».

Sul fronte politico non si fanno attendere dichiarazoni al vetriolo sullo scandalo. L’ex ministro Renato Brunetta, ad esempio attacca così la Germania: «Il caso Volkswagenè la dimostrazione di come l’egemonia economica, sia sul piano finanziario che su quello industriale, e l’egemonia politica raggiunte dalla Germania, siano in realtà frutto di comportamenti opportunistici. Atteggiamenti spregiudicati basati su imbrogli o forzature. Sul non rispetto delle regole. Le stesse regole, al contrario, rigidamente imposte agli altri Stati membri. Anche nell’affaire Volkswagen, industria automobilistica tra le più grandi e importanti al mondo, è evidente il mancato rispetto delle regole».  «Sul caso Volkswagen – ha dichiarato invece il deputato Pd Matteo Mauri – come Commissione Trasporti alla Camera ci siamo già attivati per fare chiarezza, insieme al Governo, sulla situazione in Italia. Il Ministro Del Rio ha dato indicazione di fare subito rigidi controlli su strada per prendere con urgenza i provvedimenti necessari».

(Foto di copertina: EPA / BORIS ROESSLER)

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