La dura vita nell’ISIS del jihadista fighetto

Abū Sa’eed Al-Britānī non sarà stato educato a Oxford o Eaton, ma è comunque un intellettuale cresciuto in Gran Bretagna e sopporta la maleducazione dei fratelli arabi nell’ISIS solo perché il Profeta dice di farlo.

al britani

IL FIGHETTO DELLA JIHAD –

Abū Sa’eed Al-Britānī è in Siria a fare l’uomo del califfato, ha un blog attraverso il quale risponde ai lettori e racconta la sua esperienza. Al Britani è sicuramente un devoto, sia ad Allah che alla causa dall’ISIS, ma è anche un uomo e non fa mancare le sue umane osservazioni su quanto gli accade intorno. Qualche giorno fa ha fatto un passo in più e ha steso un vero e proprio elenco di lamentele nei confronti di molti commilitoni, soprattutto di quelli di origine araba, tanto che in origine il testo era presentato così: «Culture Clash: Understanding The Syrian Race». Britani è abbastanza noto, è apparso in un messaggio video nel quale minacciava l’Occidente e la sua storia è un po’ uno smacco per i servizi britannici, che lo avevano arrestato e perquisito perché temevano volesse andare in Siria, e lui c’è andato lo stesso. 27 anni, di High Wycombe, nato come Omar Hussain, disse alla mamma che andava a pregare in moschea e sparì, per riapparire mesi dopo in Siria.

UN BRITANNICO NEL CALIFFATO –

Al Britani ci fa un po’ la figura del fighetto, perché in fondo si muove in un contesto di guerra civile nel quale le buone maniere sembrano l’ultimo dei problemi e milita in una squadra che ha uno stile incline allo splatter, ma lui è un vero brit, per quanto musulmano ed estremista, e mostra che certi aspetti della cultura brit sono in lui fortemente radicati. Su tutti il concetto di fare la fila, che, dice, i suoi fratelli siriani proprio non sanno cosa sia, finendo per sorpassarlo ogni volta che lui si mette pazientemente in fila per il suo turno. Un incubo sono poi gli «arabi» impegnati nell’amministrazione, con i quali ce l’ha moltissimo perché sono pigri, rimpallano gli utenti da un ufficio all’altro e poi concludono dicendo di ripassare domani e di pregare Allah che vada bene. Quando al Britani si è ribellato a uno che per giorni gli rifiutava lo stipendio da jihadista con queste tattiche, questo non gli ha pagato il dovuto per altre 3 settimane. C’è da rimanerci male, ma al Britani poi ha scoperto che il trucco sta tutto nell’urlare ai pigri, lo ha imparato dai ceceni, che urlano tantissimo e sono rispettatissimi dai funzionari locali, in genere siriani radicalizzati e poco istruiti. Considerazioni che non valgono per tutti gli arabi, egiziani e sauditi ad esempio sono considerati più educati e istruiti e si comportano meglio di conseguenza, ma sembra che nel califfato ci sia molto da lavorare per correggere i fratelli che sbagliano.

I FRATELLI INVADENTI –

Al Britani poi ha una concezione dello spazio personale e della proprietà che sono messe a dura prova dai commilitoni siriani, che trovano normale strafogarsi alla mensa, lanciandosi sul cibo senza lasciare niente a chi arriva dopo, frugare nel suo zaino e spargerne il contenuto senza chiedergli il permesso e persino fregargli le scarpe. Il senso di fratellanza dei siriani dell’ISIS infatti fa sì che non si curino per niente d’infilarsi le proprie scarpe prima di uscire da un edificio, infilano le prime che trovano, anche a dispetto del numero, e se ne vanno. Terribile per al Britani, che invece di fare lo stesso resta ad aspettare il ritorno di chi ha preso le sue. Poi gli rubano anche la roba dal frigo, mica come i bosniaci, che puoi lasciare una cosa, andare in missione per settimane, e tornare che è ancora lì che ti aspetta

I DISPACCI DALLE COLONIE –

Male anche il capitolo dell’educazione stradale, per al Britani le regole della strada, come quelle dell’educazione, sono indiscutibili strumenti di convivenza, del tutto neutri, e non capisce perché i fratelli arabi guidino seguendone pochissime e note solo a loro. Non che siano cattivi, al Britani spiega che ha verificato che sono proprio così, bambinoni capaci di mettersi a fare la lotta e a giocare mentre qualcuno parla di cose importanti, poco inclini all’igiene personale e con grosse difficoltà a concentrarsi, alieni ai complessi sistemi di regole che governano la convivenza civile in un paese come la Gran Bretagna. A secoli di distanza al Britani ci consegna quindi una descrizione perfettamente sovrapponibile a quelle vergate dai suoi antenati brit di stanza nei paesi colonizzati, che a parte la compiacenza dimostrata da al Britani per amore di Allah verso i fratelli del Califfato, esprimevano nei confronti dei  selvaggi che erano stati inviati a civilizzare la stessa sorpresa, lo stesso malcelato disappunto e le stesse osservazioni che al Britani mette a disposizione dei fratelli più civilizzati nel descrivere la «razza siriana».

 

Share this article