Pd Roma: Orfini denunciato da alcuni iscritti

Non sembrano finire i problemi per il Pd Roma, sull’orlo di una ennesima guerra: e nemmeno è stata annunciata, ancora, la data ufficiale del Congresso del Partito Democratico di Roma, commissariato da Matteo Orfini dopo i fatti di Mafia Capitale.

Ed è proprio questa la notizia appresa da Giornalettismo: alcuni iscritti del Pd hanno deciso di portare in tribunale Matteo Orfini. Infatti alcuni iscritti, gli stessi che firmarono prima dell’estate una lettera aperta inviata proprio al commissario del Pd Roma, lo vogliono portare davanti al giudice civile. Il nodo del contendere, sempre quello: la modifica del regolamento interno del partito, approvato da una direzione tenutasi lo scorso 11 giugno.

PD ROMA, ORFINI DENUNCIATO

Tesseramento municipale, nuove normative sulle iscrizioni, cambiamento dell’organizzazione interna del Pd Roma: queste le novità approvate dall’organismo dirigente. Secondo la “fronda” interna guidati dal firmatario dell’allora “lettera aperta” contro Matteo Orfini, tra i quali Giancarlo Ricci, una tale delibera di modifica del regolamento sarebbe stata presa al di là delle norme che governano la vita interna del Partito Democratico romano: per le modifiche regolamentari, competente è l’assemblea, che però non viene convocata dalla “storica” seduta dello scorso 11 marzo, quella in cui il presidente del Pd e commissario romano sferzò con una certa violenza l’organismo dirigente del partito. La tesi di Orfini è sempre stata: quell’assemblea è figlia del tesseramento gonfiato, è sostanzialmente espressione di Mafia Capitale, quindi c’è di che ritenerla esautorata. Già da prima dell’estate, i firmatari della lettera anti-Orfini hanno provato a richiamare il commissario al regolamento. Ora si è deciso di passare dalle parole ai fatti.

Venerdì prossimo, 18 settembre, alle ore 11.30, presso il Centro Studi Cappella Orsini, (via di Grotta Pinta, 21) si terrà una conferenza stampa sul tema: ”Presentazione delle iniziative giudiziarie per la riaffermazione dei principi di legalità e democrazia interna nel PD Roma, a seguito del commissariamento”. Saranno presenti i ricorrenti, Giancarlo Ricci e Antonio Zucaro, e gli avvocati Anna Falcone e Antonio Pellegrino-Lise, che illustreranno le motivazioni e i contenuti dell’atto di citazione e del ricorso cautelare d’urgenza già depositati presso la Sezione civile del Tribunale di Roma.

Così il comunicato ufficiale dei ricorrenti, pervenuto in questi minuti in redazione.

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La denuncia in sede civile presso il tribunale ordinario è stata depositata lo scorso 18 agosto, ci spiega Giancarlo Ricci al telefono: “Ci seguono avvocati estremamente competenti, e siamo fiduciosi. La legge consente agli associati di una persona giuridica, quale è un partito, di essere tutelati contro la violazione delle regole da parte degli organismi dirigenti della stessa associazione. Noi vogliamo ottenere l’annullamento della delibera che modifica il regolamento, perché solo l’assemblea ha la competenza per modificare il funzionamento della vita democratica interna al partito, e solo l’assemblea può modificare la platea congressuale: costituire dei circoli con tesseramenti municipali, guidati da un commissario calato dall’alto, non ci sembra esattamente la scelta più democratica“. L’idea, come da prima dell’estate, è quella di chiudere al più presto il commissariamento del Partito Democratico romano: “E’ ormai evidente che Matteo Orfini stia facendo di tutto per rimandare il congresso”.

pd roma

Dalle parti di Matteo Orfini, sentiti per telefono, minimizzano: “Sì, sapevamo che avevano intenzione di fare una cosa del genere. Tanti auguri, faremo una controquerela e con i soldi che prenderemo ci ripianeremo un po’ dei debiti che hanno fatto i loro amici nelle gestioni passate della Federazione romana“, dicono dallo staff del commissario romano del Partito Democratico. Mentre si conferma, ormai in maniera semiufficiale, che il congresso romano del Partito – annunciato da Orfini per “prima del Giubileo” – slitterà: “Matteo su questo è sempre stato molto chiaro: se mi aiutate me ne vado via presto, altrimenti rimango fino a quando è necessario, per dirla con le sue parole. E se pezzi del partito, invece di dare vita ad iniziative cretine come questa, ci sostenessero, sicuramente per gennaio/febbraio riusciremmo ad andare via“, continuano dallo staff di Orfini.

Ecco la nuova tempistica, confermata anche da fonti incrociate sentite da Giornalettismo: il congresso del Pd Roma è rimandato almeno all’inizio dell’anno prossimo, insieme a quello dei Giovani Democratici romani.

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Già, i Giovani Democratici, la principale “falange” operativa del commissario democratico a Roma; e non è un mistero – anzi, ormai è un segreto di Pulcinella – che il candidato preferito da Matteo Orfini sarebbe proprio Andrea Baldini, coordinatore nazionale dei Gd, giovane, organizzatore a Roma della prima “Factory”, l’evento per tavoli di lavoro che, all’indomani delle spaccature fra Leopolde e controeventi delle minoranze interne del Pd, provò a ricompattare il partito. Sullo sfondo, si prepara la conferenza di lancio della candidatura di Paolo Masini, già assessore alla Scuola della giunta Marino, poi lasciato a terra dal rimpasto e pronto a ritagliarsi un secondo trampolino concorrendo alla guida del corpaccione dem sotto il Cupolone, che potrebbe essere appoggiato, da tutto il vasto mondo che si oppone al commissario Pd: zingarettiani, popolari, renziani.

Il grande spartiacque, per ora, sembra essere questo: ma non mancano le sorprese e i distinguo interni. Non tutti gli esponenti “di peso” fra i zingarettiani sarebbero convinti sull’appoggio a Masini, e sarebbero pronti a lanciare un esponente al 100% vicino al presidente della Regione Lazio. Per quanto riguarda i popolari e i renziani, sarebbero pronti a sostenere un candidato “di fronte”, quale sarebbe appunto Paolo Masini? “Scordatevelo”, ci dice un beninformato molto interno alle dinamiche del Pd Roma: “Presenteranno un loro nome”.

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Fra rinvii e polemiche, dunque, si apre la stagione autunnale del Partito Democratico di Roma. Il congresso slitterà all’inizio dell’anno, anche perché – fa notare qualcuno – “ce lo vedete il congresso che si celebra mentre si apre il maxiprocesso per Mafia Capitale? E credete che durante il processo non si parlerà di esponenti del Partito Democratico proprio mentre si svolge il congresso? Ma cosa è, un suicidio?”; in molti si chiedono che fine abbiano fatto le famose “telefonate” che i Giovani Democratici, per conto proprio di Matteo Orfini, hanno fatto a tutti gli iscritti del Partito Democratico: “Lì dentro ci sta della roba imbarazzante, peggio del lavoro di Fabrizio Barca. Altro che Circoli Potere per il Potere“, ci dice un’esponente dei Gd che, assicura, “io qualche telefonata l’ho fatta“. E perché, allora, il loro contenuto non è stato ancora pubblicato? “Questo ce lo stiamo chiedendo tutti. Penso che sia per evitare di farsi ulteriori nemici. Fare uscire quei dossier vorrebbe dire risparare a zero su tutto il partito, e attaccare tutte le componenti romane dalla A alla Z”. Il che, si intende, per chi ha in animo di lasciare il commissariamento dopo essersi “preso il partito”, o quantomeno dopo essere riuscito a lasciarlo in mani sicure, potrebbe non essere consigliabile. 

Copertina: AnsaFoto

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