Siria, truppe russe sulla costa. Gli Usa: «Fermate Mosca»

Siria, truppe russe sulla costa e sui porti di Latakia e Tartous: Mosca ha confermato che “esperti militari fanti di marina” del Cremlino sono sulla costa siriana per aiutare le truppe di Bashar Al Assad. Sono fonti libanesi a dare la notizia, che dalla Russia non viene smentita, come scrivevamo già ieri. Il coinvolgimento di Vladimir Putin, nel paese spezzato fra truppe governative, ribelli e milizie dell’Isis, è sempre stato reale: ora viene anche ufficializzato. Il presidente russo ha tutto l’interesse a mantenere le proprie posizioni di forza sulla costa siriana, avamposto degli interessi russi nel mediterraneo.

SIRIA, TRUPPE RUSSE SULLA COSTA. GLI USA: “FERMATE MOSCA”

Che Vladimir Putin parteggiasse per il governo degli Alawiti di Bashar Al Assad non è mai stato un mistero. Scrive il Washington Post che”la Russia ha fornito sostegno militare ad Assad per anni” e che ha riconosciuto ieri che “ha degli esperti militari in Siria e che si è lasciata opzioni aperte per espandere il proprio addestramento militare e l’assistenza alle truppe”. Le parole della portavoce del ministero della difesa russo sono state chiarissime.

«La Russia non ha mai fatto mistero della sua cooperazione militare e tecnologica con la Siria. Gli specialisti militari aiutano i siriani a padroneggiare la dotazione russa»

Il ministero ha inoltre sottolineato che la Russia si lascia aperte tutte le opzioni per «aumentare lo sforzo antiterrorismo in Siria», non dettagliando quali misure potrebbero essere prese: come a dire che Mosca si tiene le mani libere sulla costa siro-libanese.

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Fonti americane riportate dalle agenzie di stampa internazionali affermano che “mezzi da sbarco russi, aeroplani e un contingente di fanteria navale sono stati distaccati nel paese”. Il porto di Tartous è una base strategica per le navi da guerra russe nel Mediterraneo, rimane da chiarire, continua il Washington Post, quanti effettivi russi siano sul posto, e se sia vero che una base di scalo aerea sia in costruzione nella provincia di Latakia. Preoccupazione filtra da Washington: già da giorni e il segretario di Stato John Kerry sta agendo con pressioni diplomatiche per ridurre l’impegno della Russia in Siria: “John Kerry ha chiamato il ministro degli esteri russo, Sergey Lavrov, per parlare della Siria, incluse le notizie riguardo un aumento della presenza militare lì”, ha dichiarato il Dipartimento di Stato in un comunicato che viene definito “insolitamente netto”; dalla Russia è arrivata la risposta, abbastanza netta: “La preoccupazione è sorprendente, visto che il nostro obiettivo comune è quello di fermare l’Isis” . Peraltro gli Stati Uniti hanno assicurato l’intento di accogliere un numero maggiore di profughi siriani. Secondo la Stampa, le pressioni diplomatiche americane sono incrociate, visto che Washington starebbe chiedendo ai paesi suoi alleati nell’area di negare il proprio spazio aereo ai mezzi russi.

Copertina: il porto di Tartous / Wikimedia Commons

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