Il mullah Akhtar, l’erede di Omar

08/09/2015 di Redazione

Mullah Akhtar Muhammad Mansour ha sostituito il mitico mullah Omar alla guida dei talibani afghani, ma c’è chi contesta la sua leadership.

I PROBLEMI DEI TALIBANI –

I talibani hanno spiegato di recente che è vero che hanno nascosto la morte del mullah Omar per un paio d’anni e anche più, e che il motivo che li ha spinti a farlo è stato il bene stesso dei talibani, che senza Omar rischiavano di dividersi, se non di finire a combattersi l’uno con l’altro.

I PROBLEMI DEL MULLAH AKHTAR –

Spiegazione subito confermata dai fatti, perché dopo che si è saputo della morte di Omar, i talibani si sono dovuti dare una nuova guida e la scelta di Akhtar Muhammad Mansour (in copertina) non è piaciuta a tutti, tanto che dopo la sua nomina il nuovo capo dei talibani ha dovuto mandare dei guerriglieri nella provincia meridionale di Zabul, per dare una lezione alle forze del mullah Mansour Dadullah, che si è pubblicamente rifiutato di giurare fedeltà al nuovo capo, accusandolo inoltre di lavorare per il Pakistan, accusa gravissima.

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LA LOTTA PER LA LEADERSHIP DEI TALIBANI –

I combattimenti durano da un paio di settimane e non è chiaro cosa facciano intanto le forze americane, quelle della NATO e l’esercito afghano. Fonti locali dicono che sabato scorso le due fazioni si sono confrontate a colpi d’artiglieria e che è finita con 5 morti per parte, ma parecchi uomini di Akhtar sarebbero stati catturati da quelli di Dadullah, che gioca in casa e gode della protezione della sua tribù. Oltre alle divisioni interne i talibani soffrono anche l’attrazione che l’ISIS esercita nei confronti dei gruppi minori, tanto che lo stesso Akhtar quando era ancora vice di Omar (morto) ha scritto una lettera al «califfo» Abu Bakr al-Baghdadi mettendolo in guardia dal fomentare divisioni tra gli jihadisti in Afghanistan.

 

 

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