La mappa dei clan che si spartiscono Roma

Dai Casamonica ai Casalesi, dalla famiglia siciliana Cuntrera-Caruana alle cosche ‘ndranghetiste Piromalli-Molè e Alvaro. È variegata la lista dei gruppi criminali che operano a Roma e nell’intero Lazio che emerge dall’ultima relazione del Ministero dell’Interno sull’attività svolta e i risultati conseguiti dalla Dia. Il rapporto del Viminale al Parlamento appena pubblicato, relativo al secondo trimestre 2014, descrive uno scenario in cui si intrecciano nella Capitale e nella sua regione gli interessi sia di sodalizi della camorra che di Cosa Nostra, di ‘ndrangheta e criminalità rom.

 

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COSA NOSTRA A ROMA –

Per quanto riguarda la mafia siciliana il Ministero dell’Interno segnala in Lazio il «perdurante attivismo» di gruppi e soggetti dediti ad attività di infiltrazione dell’economia legale attraverso il reimpiego di denaro illecitamente acquisito. Negli ultimi sei mesi del 2014, in particolare, è stata riscontrata nel contesto criminale del litorale romano la presenza di un’associazione criminale collegata alla famiglia Cuntrera-Caruana di Cosa Nostra agrigentina, che insieme ad una locale associazione di tipo mafioso, aveva sottoposto ad estorsione i gestori delle attività commerciali e turistiche del posto, attraverso ogni forma si violenza, anche fisica. Nel Basso Lazio, invece, permangono segnali di infiltrazioni dei gruppi criminali siciliani all’interno del mercato ortofrutticolo di Fondi, in provincia di Latina, attraverso la presenza di referenti locali legati alle famiglie gelesi e catanesi.

‘NDRANGHETA A ROMA –

Il «perdurante attivismo» della mafia siciliana a Roma e nel Lazio è lo stesso che viene rilevato relativamente alla ‘ndrangheta. «Alla malavita autoctona, riconducibile a gruppi criminali locali – si legge nella relazione del Viminale al Parlamento – si somma quella organizzata riferibile alle associazioni mafiose radicate nel Mezzogiorno, e trova un suo spazio di manovra anche quella di matrice etnica, sempre più diffusa, anche in conseguenza dei consistenti flussi migratori dell’Europa orientale e da altri continenti». Dunque, per quanto riguarda la criminalità di origine calabrese, in provincia di Roma e in altre località della regione operano soggetti collegati a vario titolo alla ‘ndrangheta, attivi soprattutto nello spaccio di stupefacenti, nel riciclaggio di denaro sporco e nel reimpiego dei proventi delle attività illecite condotte nelle terre di origine o in altre regioni. Ma non solo. Il Lazio viene ancora considerato un luogo idoneo (sia per ‘ndranghetisti che per camorristi) dove trascorrere periodi di latitanza o per sfuggire alle lotte di mafia che si svolgono nel Sud Italia.

CAMORRA A ROMA –

Forte si conferma la presenza della camorra, che coltiva nel lazio interessi soprattutto nel settore dell’edilizia, della ristorazione e in quello turistico-alberghiero, nell’intermediazione finanziaria, nel commercio (attraverso l’acquisizione di negozi di abbigliamento, di concessionarie d’auto e di sale giochi), e nella media e grande distribuzione alimentare. La Dia ha rilevato ancora un’importante presenza nella zona pontina e nel frusinate di famiglie camorristiche legate ai Casalesi, che in parte si sono trasferite in zona in seguito alle sconfitte subite negli scontri degli anni ’80, e di gruppi dell’area a Nord di Napoli. Nel dettaglio in Lazio si rileva la presenza di uomini legati ai gruppi camorristici della provincia di Caserta Schiavone, Bardellino, Bidognetti, Belforte, La Torre ed Esposito. Per quanto riguarda invece i clan napoletani, risultano operative propaggini dei Mallardo, Anastasio, Polverino, Gionta, Di Gioia, Lo Russo, Moccia, Licciardi, Senese, Mazzarella, Zazo, Contini, Longobardi-Beneduce, Baldascini, Gallo, Veneruso-Castaldo. Si segnala infine l’attività dei gruppi avellinesi Cava e Pagnozzi.

CRIMINALITÀ ROM A ROMA –

Nel rapporto del Viminale non potevano ovviamente mancare riferimenti alla criminalità rom e in particolare al clan dei Casamonica, nelle ultime settimane finiti alla ribalta per il funerale-show del boss Vittorio. I Casamonica, stanziali nel Lazio, originari dell’Abruzzo e giunti da Pescara a Roma negli ani ’70, sono dediti oggi prevalentemente alle attività usurarie, alla ricettazione di autoveicoli, alle truffe e al traffico di stupefacenti, settore in cui sono autosufficienti sia per quanto concerne le modalità di approvvigionamento che il reinvestimento dei proventi. Il clan, composto da un migliaio di membri di dinastie italo-rom imparentate tra loro, è attivo anche in settori commerciali ed economici, come l’edilizia, l’immobiliare e la gestione di ristorazioni e stabilimenti balneari. I Casamonica, fa sapere la Dia, hanno stretto rapporto con le cosche calabresi Piromalli-Molè e Alvano, ed altri gruppi criminali. Il clan ha poi mostrato, come noto ai più, un’ottima capacità d’intermediazione anche con l’organizzazione di Massimo Carminati e Salvatore Buzzi, smantellata nell’ambito dell’operazione Mondo di Mezzo.

(Foto di copertina: Ansa / Massimo Percossi)

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