“Chi muore, in genere, perde le scarpe” e altre tragiche vette di tristezza del complottismo sulla morte Aylan

07/09/2015 di Redazione

“Chi muore, in genere, perde le scarpe”. È il commento choc alla foto del piccolo Aylan Kurdi, il bambino morto sulla spiaggia turca, che va per la maggiore nel sottobosco del complottismo su Facebook. Si tratterebbe quindi di un complotto mediatico, di probabile radice giudaica, come di consueto in questi casi. Il sito Bufale.net si è preso la briga di raccogliere le più gettonate teorie del complotto e i relativi commenti, mostrando una faccia del nostro paese che già conoscevamo e che, alla prima occasione valida, non perde occasione per imbarazzarci.

rosario marcianò

Non bastava la condivisione dell’articolo di Maurizio Blondet, autore del libro “11 settembre, colpo di stato in USA”, in cui si parla della foto in questione come l’ennesima operazione di manipolazione. Perché è tra i commenti, raccolti e fotografati da Bufale.net che si nasconde il peggio

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Fonte: Bufale.net
Fonte: Bufale.net
Fonte: Bufale.net

Mad Master ha pubblicato un video di risposta ai commenti:

IL CORPO SPOSTATO –

Venerdì scorso la siriana Hala Fouaad Mahfoud ha pubblicato su Facebook una foto sostenendo che il corpicino sia stato spostato per permettere ai fotografi di “scattare foto migliori aumentandone la drammaticità e la spinta emotiva”.

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«Ricordiamo che i bambini morti durante il naufragio furono 5, non è detto che il bambino nella seconda foto sia il piccolo Aylan» ricorda Bufale.net mettendo a confronto le due foto.

Il colore delle suole non corrisponde, ma non a causa di una manipolazione, ma perché il piccolo tra gli scogli non è il bimbo di tre anni, ma suo fratello Ghalib, morto anche lui nel naufragio a soli 5 anni d’età

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Insomma, anche in questo caso si è persa un’ottima occasione per tacere. Avanti così

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