Riforme, ora Berlusconi rievoca il “rischio regime”. Ma per Fi le urne sono da evitare

07/09/2015 di Alberto Sofia

Forza Italia le ha già votate, in piena pax Nazarena, prima dello strappo del Quirinale. Ora, a pochi giorni dal ritorno di quelle stesse riforme costituzionali al Senato, Silvio Berlusconi è tornato a rievocare il «rischio regime, se non saranno modificate», nel corso di un collegamento telefonico con la convention dei giovani forzisti a Giovinazzo (Bari). Un mantra ripetuto dal Cav e dai suoi fedelissimi, al quale Renzi non ha concesso aperture, al di là del pressing azzurro per uno scambio tra disegno di legge Boschi e Italicum. Per il presidente del Consiglio la legge elettorale, già approvata seppur in vigore dal 2016, non si tocca: il premio di maggioranza resterà assegnato alla lista, e non alla coalizione come rivendicano ancora Fi e il presidente azzurro. Così al Cav non resta che provare a rivendicare un ruolo da opposizione, anche per non perdere ulteriori consensi di fronte a una Lega Nord ormai prima forza del centrodestra.

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FORZA ITALIA RIVENDICA IL “NO” ALLE RIFORME. MA LE URNE SONO DA EVITARE –

Certo, al di là delle polemiche e degli attacchi mediatici, c’è una certezza in casa azzurra. Con il partito ai minimi termini di consenso e con la Lega che continua la sua Opa sul centrodestra, il rischio di un ritorno alle urne sarebbe una catastrofe per Forza Italia. Anche per questo in casa renziana non sembra esserci troppa preoccupazione per possibili trappole parlamentari. Anche se la minoranza Pd rompesse con il segretario, confidano all’interno della maggioranza, qualche voto in soccorso o qualche assenza strategica arriverebbe dal partito azzurro. Uno scenario che viene smentito dai berluscones«Niente patti con Renzi, vedremo se proporranno qualcosa, ma noi non stiamo trattando né con la sinistra Pd né con il premier», ha spiegato il capogruppo azzurro al Senato Paolo Romani. Provando ad allontanare anche il rischio di divisioni interne sulle riforme, di fronte alle voci di insofferenza tra i senatori azzurri, tra chi non ha seguito lo strappo di Verdini, ma vorrebbe comunque votare il disegno di legge  Boschi: «Nel nostro gruppo siamo tutti uniti, non ci sarà alcun soccorso sottobanco a Renzi», ha rivendicato Romani. Dietro le quinte, però, i colloqui proseguono. Anche se, considerata l’esigenza di stringere accordi con il Carroccio in vista delle amministrative 2016, una retromarcia “ufficiale” del Cav sulle riforme è a dir poco improbabile.

BERLUSCONI, INCONTRO CON SALVINI IN VISTA –

Per Berlusconi, tornato ad Arcore dalla Sardegna, in vista ci sono poi una serie di appuntamenti. C’è il viaggio in Russia dall’amico Putin, dove dovrebbe trattenersi per alcuni giorni durante la settimana. Ma c’è anche il vertice con Matteo Salvini. Un incontro ancora da concordare, prima o dopo la trasferta russa. Ma indispensabile per il Cav, costretto a un compromesso con la Lega in vista delle elezioni, nel tentativo di frenare le ambizioni leghiste. E provare a reclamare per Fi il candidato sindaco di Milano.

foto ANSA/MASSIMO PERCOSSI

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