Inps, ecco quanto sono vantaggiose le pensioni dei sindacalisti

Se le pensioni dei sindacalisti venissero calcolate come quelle di tutti gli altri lavoratori sarebbero più leggere del 27%. È quanto emerge da uno studio dell’Inps appena pubblicato, ultima puntata della serie delle ‘Porte aperte’ con la quale l’Istituto di Previdenza Sociale alza il vero su alcune particolari categorie.

 

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PENSIONI, VANTAGGI DEI SINDACALISTI: LO STUDIO –

Secondo i calcoli sugli assegni, quelli dei sindacalisti sarebbero mediamente più vantaggiosi perché viene consentito il cumulo della contribuzione figurativa del lavoro in aspettativa a quella dell’impegno nel sindacato. Riporta Repubblica:

I sindacalisti – spiega l’Inps – «hanno regole contributive e previdenziali diverse dagli altri lavoratori perché possono vedersi ugualmente versati i contributi (o addirittura lo stipendio) da enti terzi rispetto al sindacato presso cui prestano effettivamente il proprio lavoro e perché possono, prima di andare in pensione, farsi pagare dalle organizzazioni sindacali incrementi delle proprie pensioni a condizioni molto vantaggiose». Secondo le banche dati dell’istituto, i lavoratori in aspettativa non retribuita nel settore privato sono stati 2.773 nel 2013 mentre è molto rara in questo settore l’aspettativa retribuita. Viceversa, è frequente nel settore pubblico. Le banche dati dell’Inps evidenziano che nel 2013, i lavoratori del settore pubblico in distacco sindacale erano 1.045 mentre i dipendenti in aspettativa sindacale erano 748. I dati del 2010 dicono che le giornate di assenza dei pubblici dipendenti per motivi sindacali (inclusi i permessi) rappresentano lo 0,16% delle giornate complessive di lavoro, pari al lavoro di 3.655 dipendenti per un anno e si traducono in un costo complessivo annuo valutabile in 113.277.390 euro.

PENSIONI, VANTAGGI DEI SINDACALISTI: LA REPLICA –

Lo studio dell’Inps sulle pensioni dei sindacalisti ha, come prevedibile, subito innescato una dura reazione da parte delle principali organizzazioni sindacali. In una nota la Cgil ha commentato:

«La Cgil, per i lavoratori in distacco o in permesso non retribuito che si impegnano nel sindacato applica rigorosamente le leggi in vigore. Non c’è nessuna condizione di privilegio per chi svolge attività sindacale».

La Uil, invece, attraverso il segretario confederale Domenico Porietti ha accusato l’Istituto di Previdenza di vole «ingenerare discredito»:

«È grave che un istituto come l’Inps diffonda notizie imprecise. Quando si parla di regole contributive e previdenziali ‘molto vantaggiose’ per i sindacalisti si esprime una valutazione così generica e sommaria da far sospettare che l’intento sia quello di ingenerare discredito e non di fare chiarezza».

(Foto di copertina: ANSA/ MASSIMO PERCOSSI)

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