Black Mass, Johnny Depp e il suo romanzo criminale- RECENSIONE

BLACK MASS –

Esce l’8 ottobre l’opera che forse restituisce a Johnny Depp il suo talento, sepolto negli ultimi anni sotto chili di trucco, parrucco e costumi che lo avevano fatto diventare una macchietta. Eppure, forse, mai era stato così tanto “travestito”, cambiato nella fisionomia, costretto a ingrassare. Ma non è una trasformazione clownesca, come The Lone Ranger, Pirati dei Caraibi o Alice in Wonderland. Ed è così che è tornato quel grande attore che pensavamo di aver dimenticato, se non perso.

BLACK MASS, IL FILM –

Un gangster movie. Non c’è festival senza un boss che uccida infami, costruisca alleanze, provi a conquistare la città e il quartiere in cui è nato, infine finisca malinconicamente in fuga, tradito, fallito, incarcerato, ucciso. A volte anche tutte queste cose insieme, non necessariamente in quest’ordine. Questa volta tocca a Johnny Depp, che nella materia è un maestro: infiltrato in Donnie Brasco, Dillinger il superbandito in Nemico pubblico, trafficante di droga in Blow e ora, in Black Mass-L’ultimo gangster (nelle sale italiane dal primo ottobre), piccolo calibro dalle grandi ambizioni, un irlandese che comincia come ras del quartiere e finisce con l’ambizione di condizionare il conflitto in Irlanda negli anni ’70. Tutto questo è un film che a Venezia 72 passa fuori concorso, accendendo il Lido con la presenza di quello che potremmo definire l’ultimo divo.

Black Mass recensione
Photocourtesy: Warner Bros.

BLACK MASS, LA RECENSIONE –

Prima gli aspetti positivi: il cast è riuscitissimo, dalla partecipazione folgorante di Sarsgaard a un Depp per cui Scott Cooper sceglie una maschera alla Marlon Brando e bravissimo nelle scene madri (nella cena dal suo contatto nell’FBI è perfetto), passando per un guasconissimo Joel Edgerton e una Dakota Johnson bella e dolente che comincia a togliersi di dosso un po’ le 50 sfumature di grigio, con poche scene ma riuscite. E qui, però, ci fermiamo. Perché la sceneggiatura è un copia e incolla di tanti cult di genere del passato, senza sprazzi di originalità né scarti in avanti e la regia è sì diligente, ma scolastica e priva di guizzi. Così passi due ore di buon intrattenimento, senza mai sorprenderti ma neanche annoiarti, ma in attesa di qualcosa di più, soprattutto pensando a quel trailer che con furbizia ti propone forse la scena migliore. Quello che colpisce è la centralità di Boston nella selezione veneziana di quest’anno, almeno fuori concorso: qui tutto è ambientato a South Boston (escludendo i momenti politici, con Billy Bulger, un eccellente Benedict Cumberbatch, presidente del senato del Massachussets e fratello del boss Jimmy) e come in Spotlight, è uno scoop del Boston Globe a cominciare a demolire un Sistema mafioso. E come quella storia di pedoflilia nella chiesa, la storia di James Whitey Bulger, qui appunto interpretato da Depp, è verissima. E su quest’esigenza sempre più pressante della Settima Arte di rivolgersi alla realtà per pescare storie dovremmo interrogarci, in particolare chiedendoci se è un segno di crisi di idee irrimediabile.

Black Mass recensione
Photocourtesy: Warner Bros.

BLACK MASS, JOHNNY DEPP –

Depp, comunque, sembra migliore del suo film, in questo caso. Dopo anni di personaggi gigioni e maschere sempre più grottesche – dai Pirati dei Caraibi non vediamo più la sua vera faccia, sempre più imbolsita, ma trucchi pesanti a renderlo spesso più buffo che altro -, torna a una prova d’attore vera e propria, controllata e di alto livello in più punti. E nonostante il ritardo, la birra nella mano destra, il girovita imbrarazzante e una certa strafottenza, sembra in forma anche fuori dal set. “Trasformarmi è la mia ossessione” ha confessato, per poi malinconicamente ammettere che “all’inizio della mia carriera mi hanno costruito per finire sui poster delle camere delle ragazzine”. Una maledizione ancora attuale se è vero che molte donne, dai 14 ai 40 anni, hanno addirittura passato la notte a ridosso del red carpet, con copertine, tende e generi di conforto vari, per vederlo per pochi minuti in occasione della proiezione di gala.

Black Mass recensione
Photocourtesy: Warner Bros.

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