Addio «gggente». Così Beppe Grillo “rottama” il Movimento 5 Stelle

«Noi non eravamo pronti nel 2013: abbiamo incamerato chiunque dentro». Movimento 5 Stelle reset. Si parte con un un nuovo corso. E a segnarlo è Beppe Grillo, dal palco della festa per i 10 anni del meet up di Brescia. Il gruppo bresciano è uno dei primi nati dentro il Movimento e in una calda sera d’agosto è arrivato il mea culpa. A fianco a Vito Crimi e Luigi Di Maio il leader è stato secco: «Voi capite che i movimenti, i partiti, sono cose in cui dentro arriva gente un po’ sfruttata, che le ha provate un po’ tutte».

IL BLOG DI GRILLO IN PRIMIS: L’INTERFACCIA DEL MOVIMENTO. L’UNICA?

– Un post sul blog per molti, secondo Grillo, ha «cambiato la vita». Durante il comizio, tra battute e ricordi, si è parlato dello spazio come punto di riferimento nel panorama M5S, quasi dimenticando l’azione dei Mu che in realtà hanno creato la reale base degli attivisti pentastellati: «Non sapevo neanche cosa fosse un blog – ha aggiunto Grillo – si parlava di siti». «Io sfasciavo i computer all’epoca se ricordate. Sfasciavo l’hardware, ma non c’era la rete». «Questo è un Movimento libero, puoi entrare, uscire», ha aggiunto, prima di leggere una lettera del 2009 intitolata “Il Blog è come un treno”.

GRILLO AL PUBBLICO: «NON VERGOGNATEVI DEL MOVIMENTO»

– «Se andiamo alle elezioni vinciamo. E sanno benissimo che entro 24 ore sono tutti fuori dai c… Siamo in un regime di dittatura, non è informazione è propaganda», ha aggiunto il leader sul palco sottolineando al pubblico una cosa molto importante: «Non vergognatevi del Movimento». Il genovese, che ha ammesso: «Siamo andati a braccio, un po’ a senso. Io non volevo convincere la gente a votarci, non ci interessa un voto, ci interessa che capiate un progetto. Non c’è una scelta: ci siamo noi o ci siamo loro». La gente, insomma, non è in grado di dare serietà alle istituzioni targate M5S. per questo si deve cambiare. E il cambiamento è iniziato già da un po’. Da luglio per la precisione.

PRIMO STEP: LA LETTERA CHE «TAGLIA FUORI» I MEET UP

-I membri del direttorio Roberto Fico e Alessandro Di Battista sono stati chiari. Nella “Lettera ai Meet up” la partecipazione ai noti gruppi locali non «dà diritto all’uso del simbolo MoVimento 5 Stelle in alcun modo, che può essere usato solo dai portavoce e dalle liste certificate limitatamente alla durata della campagna elettorale». «Gli organizer e gli assistant – si legge nel lungo post – hanno un ruolo operativo e di facilitatori nei rapporti e nell’organizzazione interna, non hanno funzione di rappresentanza verso l’esterno». E sopratutto i meetup hanno ambito territoriale ristretto: «Per la loro stessa natura orientata ai temi locali, non hanno motivo di esistere meetup regionali o nazionali».

MEET UP SELEZIONATI E NO AGLI IMPROVVISATI

– Maggiore controllo dal quartier generale di Milano, più responsabilità per gli eletti nazionali su quello che accade nei loro territori. Nessun piccolo comune deve sfuggire all’occhio del Movimento. Bisogna dare una «organizzazione ai meet up». Quell’uno vale uno, che trasformava le assemblee locali (e quelle di Montecitorio) a dei conclave, è destinato a spegnersi. E sopratutto il riciclato e l’impreparato diventano l’incubo del nuovo corso. «Non vergognatevi del Movimento. Se rischiate qualche cosa rischiamo e vinciamo», ha ribadito il leader dando appuntamento per la Festa 5 Stelle di Imola, che diventa ora una sorta di nuovo V-Day. «Abbiamo un Movimento che sta migliorando – ha ribadito Grillo prima che Crimi stappasse lo spumante -. Fino a due anni, entrava gente che non si sapeva bene. Adesso stanno entrando professionisti che possono dare un grande apporto. Continuiamo così».

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