L’Isis abbatte il tempio di Baalshamin a Palmira

L’Isis abbatte il tempio di Baalshamin a Palmira, ancora un danneggiamento irreparabile del patrimonio archeologico siriano: le truppe del Daesh hanno “piazzato un grande quantitativo di esplosivi nel tempio di Baalshamin e l’hanno fatto poi saltare, causando danni giganteschi al tempio”; emergono poi nuovi dettagli sulla morte di Khaled Al Assad, l’archeologo giustiziato dalle truppe estremiste.

L’ISIS ABBATTE IL TEMPIO DI BAALSHAMIN A PALMIRA

“La cella interna è stata distrutta, e le colonne intorno sono collassate”, continua il comunicato riportato dalla Bbc. La notizia viene ripresa dalla stampa internazionale: su Le Figaro qualche informazione sul sito.

Il tempio di Baalshamin è stato eretto nell’anno 17 dopo Cristo, ma è stato ingrandito e imbellito dall’imperatore romano Adriano nel 130 dC. Baalshamin era il dio del Cielo fenicio, ed era associato ad Aglibol – il dio della Luna – e al suo fratello Malkbel. Quello di Palmira era il santuario più importante dopo quello di Bel, secondo il museo del Louvre a Parigi.

Maamoun Abdulkarim è il direttore generale delle antichità e dei musei di Siria, e viene intervistato dall’Afp; è lui che ha dato la notizia della distruzione del museo. 

Le nostre previsioni più tetre si stanno malauguratamente realizzando. I jihadisti hanno commesso delle esecuzioni nel teatro antico, hanno distrutto a luglio la famosa statua del leone di Atena, che si trovava all’entrata del museo di Palmira, e hanno trasformato il museo in tribunale e prigione.

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Emergono inoltre nuovi, macabri dettagli riguardo l’esecuzione di Khaled al-Assaad, l’archeologo ucciso a Palmira martedì scorso

“I residenti di Palmira mi hanno detto che (gli uomini) dello Stato Islamico hanno tagliato a pezzi il corpo di mio padre”, ha raccontato Mohammad al-Assaad, uno dei figli di Khaled, nel corso di una veglia presso il Museo nazionale di Damasco. “Mio padre ripeteva sempre: morirò in piedi, come la palma di Palmira”, ha ricordato ancora Mohammad, spiegando che, nonostante le minacce dei jihadisti, suo padre, 82 anni, si era sempre rifiutato di lasciare la città.

Secondo l’Onu, sono oltre 300 i siti archeologici di Palmira ad essere stati danneggiati dal conflitto in Siria, in tutte le fasi in cui esso si è finora sviluppato; l’Isis in particolare “crede che qualsiasi santuario o statua che implichi l’esistenza di altre divinità siano sacrileghe e idolatre, e devono essere distrutte”.

Copertina: Wikimedia Commons

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