Scuola, parte la riforma ma le supplenze restano

21/08/2015 di Redazione

Scuola, la riforma della Buona Scuola tarderà partire: 20mila insegnanti realisticamente si troveranno ancora per un anno in un incarico annuale invece dell’immissione definitiva in ruolo, scombinando in questo modo i piani di attuazione e le tempistiche del governo per l’annunciata rivoluzione dell’istruzione italiana. Ancora per un anno, dunque, alcuni insegnanti saranno impiegati con un incarico che cesserà fra giugno e agosto, in base ai casi.

SCUOLA, PARTE LA RIFORMA MA LE SUPPLENZE RESTANO

Sul Messaggero Lorena Loiacono riporta gli intralci che l’esecutivo si sta trovando ad affrontare; senza la garanzia dello svuotamento delle garanzie ad esaurimento, l’impianto della riforma sovrintesa dal ministero di Stefania Giannini perde molto del suo potenziale.

Sono circa 20mila infatti i docenti che potrebbero accettare una supplenza fino al 30 giugno: si tratta di stime che prendono in considerazione i partecipanti alle fasi B e C del piano straordinario e che, in attesa di un’immissione in ruolo per l’organico del potenziamento, potrebbero accettare di buon grado una supplenza. Una prospettiva poco rassicurante soprattutto per chi è chiamato a far funzionare le scuole e ad avviare la didattica: «In questo modo – commenta Giorgio Rembado, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi – si è deciso di rinviare ancora una volta la partenza della riforma: una scelta che può essere pericolosa perché c’è il rischio che fra un anno ci si trovi nelle stesse condizioni. E nel frattempo non si risolve la cronica carenza di docenti delle materie tecnico-scientifiche: i concorsi non sono stati banditi e anche quest’anno avremo l’esigenza di trovare dei precari».

La questione è piuttosto tecnica, il Messaggero dettaglia l’inciampo procedurale in cui professori e ministero si sono trovati a cadere.

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Potrebbero scegliere di accettare una supplenza, quindi, circa 20mila docenti tra i 71mila che hanno fatto domanda di assunzione a tempo indeterminato: tra le richieste infatti 10 mila sono state evase dalla fase B, altre 10mila riguardano i docenti per la scuola dell’infanzia che non possono far parte del piano di assunzione e restano in attesa di un piano ad hoc per la fascia 0-6 anni. Restano in piedi quindi circa 50mila domande per la fase C, quella del potenziamento dell’organico, che verrà espletata ad anno scolastico inoltrato. Nel mese di novembre. Fino a quel momento i docenti saranno disposti ad accettare gli incarichi a tempo, soprattutto per avere una retribuzione. In altre parole, possono decidere di essere assunti nel loro posto a tempo indeterminato solo giuridicamente, restando almeno per un anno nella scuola in cui hanno ricevuto l’incarico temporaneo.

Alcuni docenti manterranno le postazioni attuali per non danneggiare la continuità didattica degli alunni.

Una possibilità, già prevista nel testo della riforma della Buona scuola, adottata dal Miur per garantire la continuità didattica agli studenti che non vedranno avvicendarsi in cattedra docenti diversi. La buona notizia inoltre è che tutte le convocazioni per le supplenze devono avvenire entro l’8 settembre, come richiesto dal ministro Giannini agli uffici scolastici, per iniziare l’anno con tutti i docenti in cattedra, probabilmente per la prima volta.

Rimangono in piedi le graduatorie di istituto, quelle da cui si attinge per le supplenze brevi; da lì saranno convocati i professori nel caso ci sia bisogno di coperture limitate nel tempo fino all’entrata a regime dell’organico del potenziamento, e dunque entro novembre.

Copertina: Ansafoto

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