Obama non ce la fa a chiudere Guantanamo

Nonostante la sua antica promessa, il presidente americano probabilmente non riuscirà a chiudere Guantanamo, dove qualche decina di jihadisti catturati più o meno a caso è detenuta da circa 14 anni, in gran parte senza accuse.

Una ricostruzione del procedimento di alimentazione forzata
Una ricostruzione del procedimento di alimentazione forzata

 

GUANTANAMO RESTA APERTA –

A sei mesi dal suo insediamento il nuovo segretario della difesa Ashton B. Carter non ha ancora disposto il trasferimento di un solo detenuto da Guantanamo, la prigione militare che gode del privilegio dell’extraterritorialità perché costruita all’interno di una base a Cuba, base ottenuta in concessione quando ancora Cuba era uno stato vassallo di Washington. Una condizione creata artificialmente dall’amministrazione Bush, un luogo al di fuori delle leggi nazionali e internazionali dove detenere persone che non sono qualificate come criminali comuni e nemmeno come soldati nemici, condizioni che li renderebbero titolari di diritti che a Guantanamo sono calpestati. In questo insediamento, infatti, si pratica infatti la tortura, fino al 2005 con regolarità e modalità “massicce”, più di recente invece l’alimentazione forzata per non far morire i detenuti in sciopero della fame.

GUANTANAMO VERGOGNA AMERICANA –

Tutte cose note, pratiche che fanno a pugni con la costituzione americana e che finora sono restate impunite solo perché nessuno se non gli Stati Uniti possono giudicare e sanzionare un tale stato di cose e perché gli Stati Uniti non hanno mai trovato la forza e il coraggio di mettere fine a questa parentesi d’orrore e d’eversione del diritto internazionale, che tra l’altro legittima i nemici degli Stati Uniti e dell’Occidente ad adottare gli stessi metodi.

LEGGI ANCHE:  Il cartone animato sulle torture di Guantanamo

UNA CORSA CONTRO IL TEMPO –

A 18 mesi dalla fine del mandato l’antica promessa di Obama sembra difficile da mantenere, e in ogni caso rispetto a ciò che il Presidente disse nelle sue campagne elettorali, il ritardo sarebbe comunque clamoroso, nel caso accadesse. I prigionieri non si possono trasferire nelle carceri americane e il loro trasferimento all’estero dev’essere notificato 30 giorni prima al Congresso e al ministero della Difesa, dimostrando che il rischio che pongono è stato sostanzialmente ridotto. Per Obama Guantanamo rappresenta una spesa enorme e soprattutto un ottimo pretesto/motivo attorno al quale coagulare l’ostilità contro gli Stati Uniti. In questo stato di sospensione di ogni diritto restano 116 detenuti, 53 dei quali da tempo sono stati «raccomandati» per la liberazione. La gran parte di loro viene dallo Yemen ed è stata detenuta senza accuse per almeno 13 anni, ma ora in Yemen non si possono rimandare perché c’è la guerra civile e così si cercano paesi che li accolgano com’è già successo per altri, spediti a ogni angolo nel mondo, persino sull’atollo di Palau. Poi c’è da capire la sorte dei detenuti pericolosi, solo una parte dei quali è stata accusata di qualche crimine e mai processata, e da superare l’ostilità dei repubblicani, alcuni dei quali sarebbero addirittura del parere di portare nuovi detenuti a Guantanamo. Oggi i repubblicani hanno la maggioranza in parlamento e s’apprestano a votare nuove restrizioni ai trasferimenti, che Obama potrebbe bloccare ponendo il veto. Uno stallo che non spinge all’ottimismo sulla sorte dei prigionieri di Guantanamo, la loro tortura non finirà tanto presto.

 

Share this article
TAGS