Suruc, la strage dei giovani socialisti porta la guerra dell’ISIS in Turchia

Suruc

, la strage dei giovani socialisti ha portato la guerra dell’ISIS all’interno della Turchia. Dopo una lunga tolleranza nei confronti del radicalismo sunnita, il presidente Erdogan si deve confrontare con la minaccia jihadista anche all’interno dei confini turchi. Una sfida in più per la formazione del governo di Ankara, ancora in stallo dopo le elezioni sorprendentemente perse dal partito islamico del capo di stato.

SURUC ISIS

–ISIS ha proseguito la ormai lunga teoria di attentati all’estero uccidendo 31 persone, in prevalenza giovani, riunitisi in un centro culturale gestito dai giovani del partito socialistica turco. Una formazione radicale e marxista, il cui partito di riferimento ha promosso il cartello elettorale guidato dai curdi che ha fermato la svolta presidenziale cercata da Recep Erdogan alle ultime elezioni. La strage di Suruc, che ha colpito giovani militanti socialisti che volevano promuovere un progetto di ricostruzione a Kobane, l’enclave curda assalita per mesi da ISIS senza successo, è l’ultimo indizio che mostra come il jihadismo sia ormai entrato in Turchia. Per molto tempo il governo di Ankara ha dato l’impressione di tollerare la creazione del califfato, e di considerare ben più pericolosa la costituzione di uno Stato curdo ai suoi confini piuttosto che la deriva medievale subita dai territori conquistati dai miliziani di al-Baghdadi. I nemici strategici del nazionalismo turco di Erdogan sono i curdi e il regime sciita di Assad, e di conseguenza ISIS è stato vissuto, se non favorito, come il minore dei mali. La Turchia non ha fatto nulla per contrastare il flusso di foreign fighters che dall’Europa si muovevano verso la Siria sbarcando nei suoi principali aeroporti, mentre ha bloccato ogni tentativo dei curdi di attraversare la sua frontiera per fermare gli assalti dell’ISIS a Kobane o altre enclavi siriane.

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ISIS TURCHIA

– L’attentato a Suruc ha colpito in particolar modo sia la comunità progressista che la minoranza curda, scese in piazza per protestare contro l’inattività del governo di Ankara nel contrastare il radicalismo dei miliziani di al-Baghdadi. Diverse manifestazioni sono state sciolte con lacrimogeni e idranti per disperdere le persone. HDP, il partito curdo e progressista che ha ottenuto un brillante risultato alle ultime legislative, ha rimarcato le complicità del governo di Ankara nella strade di Suruc, visto il silenzio e il pressoché nullo contrasto operato in questi anni contro le barbarie dell’ISIS. Molti dirigenti di HDP provengono dall’associazione giovanile che raggruppa i militanti socialisti colpita dall’attentato di Suruc. Durante le campagna elettorale il partito curdo HDP era stato colpito da un attacco che aveva causato la morte di quattro persone. Secondo gli esperti di sicurezza sentiti dal quotidiano Hürriyet questi attentati hanno un duplice messaggio. Da una parte il radicalismo sunnita mira a esacerbare il conflitto tra turchi e minoranza curda, dall’altra invece rappresenta una minaccia a Erdogan, che diventerà anch’egli obiettivo dell’ISIS se adotterà misure ritorsive o repressive dei jihadisti. Un quadro di forte tensione che rende ancora più complicata la formazione di un governo, che sarà probabilmente guidata dall’AKP di Erdogan, che però ha dovuto rinunciare alla maggioranza autonoma necessaria per spingere la Turchia verso un sistema presidenziale de facto.

Photocredit: Screenshot di Twitter

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