«Italia, una Grecia extralarge»

Italia Grecia,

secondo un’analisi del quotidiano tedesco Handelsblatt l’Italia è una Grecia formato extralarge. Il debito pubblico, in termini assoluti, accumulato nei primi mesi dell’anno è superiore al costo del terzo programma di assistenza finanziaria per il governo di Atene. La dinamica della produttività è ancora più preoccupante, e secondo Handelsblatt Matteo Renzi propone una grottesca distorsione della realtà quando critica l’austerità imposta dalla Germania.

ITALIA GRECIA CRISI –

L’Italia crea 8866 euro di nuovo debito al secondo da inizio anno, una constatazione che spinge il quotidiano finanziario Handesblatt a indicare il nostro Paese come il vero problema dell’eurozona.

Numeri che non sono negativi, ma drammatici. Dall’inizio dell’anno il debito pubblico è cresciuto di 83,3 miliardi di euro fino alla fine di maggio, e secondo gli analisti la soglia dei 100 miliardi di euro è già stata superata in modo chiaro. In questo modo, in soli sei mesi, l’Italia ha aumentato la sua montagna di debito di una cifra maggiore rispetto all’intero programma di aiuti per la Grecia. Un processo di indebitamento così forte, che potrà danneggiare la stabilità dell’eurozona più della stessa Grecia.

L’analisi di Handeslblatt, il “Sole 24 Ore” della Germania, è scritta da Wolfram Weimer, ex direttore del quotidiano Die Welt e del settimanale Focus, testate di orientamento conservatore. I numeri in assoluto, per quanto riguardo i parametri economici, tendono a non aver un grande valore. Weimer però rimarca come il debito pubblico italiano sia assestato al 133% del Pil, più del doppio rispetto al 60% fissato dal Patto di stabilità e crescita (o Maastricht, come viene spesso chiamato a sproposito in merito ai criteri di convergenza fissati per l’ingresso all’unione monetaria, poi confermati).

 

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ITALIA GRECIA LA DISTORSIONE GROTTESA DI RENZI –

Secondo Weimer questi numeri svelano la retorica del governo Renzi, “che fa lo sbruffone su una politica di risparmi, come un chiaro raggiro.

Il monopoly del debito che fa il governo di Roma in questo momento diventa ancora peggiore alla luce delle debolezze dell’economia e dei problemi strutturali del Paese

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L’analisi di Handelblatt rimarca come l’Italia abbia vissuto la peggior crisi economica del dopoguerra, e che la debole ripresa registrata nel primo trimestre 2015 sia essenzialmente prodotta da fattori esterni favorevoli, come il QE della Bce, i bassi tassi di interesse, il deprezzamento dell’euro, il basso costo del petrolio. Le riforme invece proseguono in modo faticoso.

La riforma del lavoro di Renzi è stata un passo nella giusta direzione. La competitività dell’economia italiana però non migliora. Il suo problema decisivo è la troppo bassa produttività, attualmente assestata sotto al livello del 1999, prima dell’ingresso nell’euro.

L’economia italiana è distanziata di oltre 15 punti percentuali dal percorso di crescita dell’eurozona. Il settore ricerca è troppo debole, mentre la spinta agli investimenti è disincentiva dalla corruzione, da un sistema giuridico troppo lento e da un eccesso di burocrazia. Secondo Wolfram Weimer la fama di Renzi come riformatore è già svanita.

Il premier italiano non riesce più a portare avanti i suoi progetti e vede un indebitamento più alto come il minore dei mali. La retorica dell’austerità imposta dalla Germania è una grottesca distorsione della realtà.

Per l’analisi di Handelsblatt il vero motivo per cui Matteo Renzi ha difeso la Grecia è il suo timore che la severità dell’Eurogruppo sia in futuro applicata all’Italia. Una paura giustificata.

Photocredit: THIERRY CHARLIER/AFP/Getty Images

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