Mafia Capitale, così i servizi segreti hanno pedinato Massimo Carminati fino al 2003

Mafia Capitale, così i servizi segreti hanno pedinato Massimo Carminati fino, almeno, al 2003. Esiste un documento, una relazione, del controspionaggio militare dell’allora Sismi, di 30 pagine di cui ha parlato il Messaggero nei giorni scorsi che sintetizza le attività che gli 007 italiani hanno effettuato nei confronti del “Cecato”, ritenuto al vertice del sistema criminale chiamato Mafia Capitale insieme al suo braccio economico, Salvatore Buzzi al vertice delle cooperative 29 Giugno.

MAFIA CAPITALE, I SERVIZI SEGRETI HANNO PEDINATO MASSIMO CARMINATI FINO AL 2003

Il giallo si è infittito nelle scorse ore quando il procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone ha assicurato che questo documento, lui, in sede di indagine, non l’ha mai ricevuto. Il Fatto Quotidiano in edicola oggi ha le ultime misure.

Dopo la prima retata dell’in chiesta Mafia Capitale è arrivato a Piazzale Clodio. Forse era il caso di liberarsi di un fascicolo scomodo e troppo datato. Nel dossier sarebbero finiti già 12 anni fa il benzinaio di via Cassia, le attività commerciali riconducibili a Carminati e l’uso abituale da parte dell’ex Nar di una Ferrari. Nulla di penalmente rilevante e forse per questo che non è stato consegnato prima ai magistrati. Bisognerebbe capire cosa ne hanno fatto al Sismi e le domande sono tante. Perché i pedinamenti si interrompono nel 2003? Cosa succede? Carminati era forse un “collaboratore esterno ” dei servizi, come sostengono voci prive di conferma, fino a quel momento? Mancano infatti “le prove di rapporti a t t u a l i” tra Carminati e gli 007, come ha spiegato il procuratore di Roma, Giuseppe Pignatone ieri davanti al comitato parlamentare di controllo (Copasir) che sta cercando di fare luce sulla faccenda e potrebbe convocare responsabili del Sismi dell’epoca.

Eppure, riporta il quotidiano diretto da Marco Travaglio, i contatti fra Massimo Carminati e i servizi segreti ci sarebbero eccome, più che confermati: erano state accennate nelle prime fasi dell’inchiesta le relazioni “sovraordinate”, i toni di comando, con cui il “Cecato” trattava appartenenti ai servizi di sicurezza italiani.

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Riferimenti agli 007 tuttavia ci sono nell’ordinanza di arresto dicembre: Carminati si rapporta “in una posizione sovraordinata” anche “con esponenti dei servizi segreti”, scrive il gip. Non solo. Agli atti c’è anche una conversazione dove Carminati parla di viaggio in Libano, “ mandato d a qualcuno dei servizi, a fare attività varie”, ha puntualizzato Pignatone a dicembre scorso. L’intercettazione è del 20 maggio 2013. L’ex Nar si lascia andare, parla di un viaggio in Libano, annotano i Ros in un’informativa del luglio 2014, “tra il 1980 e i primi mesi del 1981, al fianco di altri appartenenti ai Nar, unitesi alle forze falangiste cristiano- maronite che prendevano parte al conflitto tra le forze filo-israeliane (alle quali esse appartenevano) e lo schieramento filo-palestinese”

I contatti fra Carminati e i servizi segreti si intrecciano, non sono provati, solo eventi allusivi, vaghi, indistinti.

Carminati era lì per “una missione vera e propria in cui il gruppo ebbe a disimpegnare specifici compiti di carattere operativo; compiti di cui non emerge l’originatore né il rapporto sottostante, limitandosi l’indagato a evidenziare l’assenza di alcun ‘mandato tipo… ufficiale’”. Vicende lontane. Tuttavia i carabinieri pensavano di aver trovato i contatti con gli 007, quando durante le indagini hanno notato due persone che incontravano Carminati dal solito benzinaio, su un’au t o del Viminale. Poi hanno scoperto che si trattava di due agenti di polizia. Nessuna prova, altrimenti che servizi segreti sarebbero?

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