Mai più senza la virgola esclamativa

Inventata dagli americani Leonard Storch, Haagen Ernst Van e Sigmund Silber nel 1992, la virgola esclamativa potrebbe tornare utile, ma anche no.

irony mark

LA VIRGOLA ESCLAMATIVA E I SUOI FRATELLI –

The Week pubblica una curiosa escursione tra segni d’interpunzione ed espedienti tipografici dei quali sinceramente non si sente il bisogno, ma che forse potrebbero tornare utili nelle comunicazioni elettroniche ed essere usate a mo’ di emoticon, più che come innovazioni grammaticali.

VIRGOLA ESCLAMATIVA E INTERROGATIVA –

I due segni che svettano all’attenzione son la virgola esclamativa e quella interrogativa, che i tre inventori succitati hanno protetto con un brevetto nel 1992, che poi hanno lasciato scadere nel 1995 visto il disinteresse alla loro opera di proselitismo in favore della loro adozione. Secondo logica e le intenzioni degli inventori dovrebbero essere usati per esprimere gli stessi concetti dei fratelli con il punto, ma piazzati in mezzo alle frasi, come appunto le virgole. Servono a dare l’enfasi voluta alla frase, così come dovrebbero servire altri segni proposti nel tempo e, vien da dire fortunatamente mai adottati, anche se le virgole esclamative e interrogative hanno i loro fan.

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LA FAMIGLIA DEI SEGNI RIPUDIATI –

Nella lista rientra sicuramente il SarcMark, il «punto» che indicherebbe la presenza di sarcasmo, l’irony mark per l’ironia e l’Interrobang, fantastica innovazione che unisce punto interrogativo ed esclamativo. Altri «punti» sono stati disegnati per esprimere una domanda retorica, approvazione ( punto esclamativo con due aste), amore (due punti interrogativi opposti a formare un cuore), dubbio, certezza e persino lo Snark Mark per avvertire che una frase dev’essere presa in senso letterale. Tanta roba, di cui davvero non si sente bisogno.

 

 

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