I deliri di Fatima sulla Guerra Santa a Roma

Una grande battaglia a Roma. Ma anche una quotidianità fatta di teste mozzate e violenza. Questo il quadro che emerge dalle intercettazioni che ieri hanno portato all’arresto della famiglia di Maria Giulia detta Fatima, la prima foreign fighter ufficiale italiana, originaria di Torre del Greco ma emigrata fra Milano e Bergamo con tutta la famiglia, per necessità.

UNA FAMIGLIA NORMALE

Oggi Il Messaggero in due articoli racconta la storia della sua famiglia e cosa si dicevano su Skype quando la secondogenita era già in Siria, a combattere “gli infedeli”. Una famiglia timida, quella dei Sergio, trascinata nel delirio da quella secondo genita in cerca di una battaglia

Maria Giulia, si innamora di un magrebino, lo sposa, sposa anche la sua religione. E il suo fanatismo. Anzi, va oltre: a un certo punto lo lascia perché lui è troppo poco radicale, mentre lei comincia a vaneggiare di guerra santa, di lotta agli infedeli. In casa donna Assunta – la madre – non sa più che pensare, ma si adegua. Il padre si prende dalla figlia rimbrotti quotidiani: «Sei tu in casa che devi comandare, sei tu che devi dire alla mamma cosa fare e non fare».

E qui si inseriscono le conversazioni fra la donna che ora si chiama Fatima e la sua famiglia, su Skype. Veri e propri deliri di violenza, che raccontano una vita quotidiana fianco a fianco con il terrore

C’è una frase che Maria Giulia Sergio, convertita in Fatima, dice ai suoi genitori e chiarisce quale sia l’obiettivo del terrore: «Noi qui stiamo ammazzando i miscredenti per poter allargare lo stato islamico…La terra dello Sham è ormai quasi tutta conquistata e il progetto del Califfato si concluderà con la conquista della Turchia, poi della Giordania infine di Roma, dove si svolgerà una grande battaglia… Manca pochissimo. La giovane italiana, ventisette anni, si esalta con le esecuzioni, le teste mozzate e le lapidazioni. […] «È il profeta che ha detto – insiste Fatima – che a Roma ci sarà una grande battaglia. Moriranno tantissimi mujaheddin. Tutto sta accadendo come ha detto il profeta, pace e benedizione su di lui».

Poi la donna chiama alla guerra santa all’estero

il «musulmano che non può raggiungere lo stato islamico è chiamato a compiere obbligatoriamente il jihad nel luogo in cui si trova, e il jihad consiste nell’uccidere i miscredenti». Nella conversazione, intercettata dalla Digos, la sorella Marianna, arrestata anche lei, le chiede: «Il jihad qui in cosa consiste?». E Fatima, che era anche pronta al «martirio», risponde: «Il jihad nel daarakufr (terra della miscredenza)? Uccidere i miscredenti!!!». Per questo esulta dopo la strage di Charlie Hebdo del 7 gennaio scorso: «Hanno preso in giro il Profeta, loro (i terroristi, ndr) hanno esattamente obbedito all’ordine dell’emiro dei credenti che considera il loro atto lecito».

E racconta la vita quotidiana di una combattente in Siria

«Mi trema il corpo perché ho visto tagliare la testa a due kosovari».

ma anche

«Ha detto Said che un giorno avevano ammazzato un ragazzo perchè aveva fatto “zinà” con una donna, l’hanno picchiato con i sassi, fin quando è morto»

Chissà se era questo, che Fatima andava cercando

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