Terrorismo internazionale: perquisizioni e arresti in tre province

Terrorismo internazionale: sarebbero già dieci le persone arrestate durante il blitz scattato alle prime ore dell’alba. Le forze dell’ordine hanno compiuto perquisizioni e arresti nelle province di Milano, Bergamo e Grosseto ed in una cittadina dell’Albania.

TERRORISMO INTERNAZIONALE, PERQUISIZIONI E ARRESTI

Si tratterebbe, spiega l’Ansa, dell’operazione antiterrorismo denominata “Martese”, e che ha come obiettivo due nuclei familiari: “Uno formato da cittadini italiani convertiti da qualche anno all’Islam e determinati secondo le indagini a partire per la Siria, l’ altro composto da cittadini di nazionalità albanese residenti nella provincia grossetana”. Le storie delle due famiglie si intrecciano: dopo il matrimonio di una ragazza italiana con un ragazzo di provenienza albanese, le due famiglie avrebbero deciso di coordinarsi per partire insieme e combattere in Siria.

Gli arrestati sono 4 italiani, un canadese e 5 albanesi, accusati a vario titolo di associazione con finalità di terrorismo (art. 270 bis 2 comma del c.p.: associazione con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell’ ordine democratico – partecipazione) e di organizzazione del viaggio per finalità di terrorismo

L’inchiesta e l’operazione di polizia era stata anticipata dall’Espresso, perché la famiglia coinvolta sarebbe quella di Maria Giulia Sergio, 28 anni, nata a Torre del Greco in Campania, poi trapiantata nel milanese, convertita all’Islam e partita verso la Siria nel 2014 grazie ai contatti del secondo marito, albanese, con gli estremisti islamici. Nelle intercettazioni, alcune sue frasi sulla Jihad, riportate dal settimanale.

«Noi dobbiamo odiare i miscredenti, a questa gente deve essere tagliata la testa». «Non vedo l’ora di morire da martire». «Il nostro capo di stato è Abu Bakr al Bagdadi». «Noi non siamo musulmani d’Italia, noi siamo qui nel Califfato per fare il jihad: noi uccidiamo per questo». «Prima abbiamo fatto la guerra, poi abbiamo bruciato le chiese. E ora abbiamo tutta la Siria». «Papà, tu sei chiamato dall’Islam, tu comandi in casa: prendi la mamma per i capelli e portala qui in Siria. Tu sei il marito, lei è obbligata a obbedire»

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La ragazza non è stata arrestata nell’ambito delle operazioni ma è ufficialmente ricercata insieme al marito, da lei definito come un sanguinoso combattente terrorista per il Jihad. La ragazza è più volte apparsa in televisione e in talk show di vario genere, su di lei sono stati realizzati servizi giornalistici.

 

La famiglia si poneva come vero e proprio hub di reclutamento terroristico.

Gli arresti sono stati decisi d’urgenza quando l’inchiesta, in corso già dal novembre scorso, ha rivelato che anche la sorella Marianna, 31 anni, il padre Sergio, 61, e la madre Assunta, 60, erano pronti a partire per unirsi al Califfato islamico, dopo aver ritirato, pochi giorni fa, l’unico passaporto da rinnovare e messo in vendita i mobili di casa. I genitori sono accusati solo di aver organizzato il viaggio di famiglia verso la Siria, secondo i giudici con la piena consapevolezza dei metodi terroristici dell’Is, mentre le figlie Giulia e Marianna, sempre stando alle indagini, vanno considerate complici a pieno titolo «dell’organizzazione terroristica denominata Stato islamico», condannata come tale anche dal consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Giulia dalla Siria e Marianna dall’Italia, in particolare, sono accusate di aver indottrinato e reclutato altri convertitiall’Islam: uomini e donne che sono partiti dall’Italia in questi mesi e hanno raggiunto il Califfato con altri familiari e figli anche piccoli.

Fra le comunicazioni intercettate anche passaggi in cui Giulia discorreva con i familiari della strage di Charlie Hebdo, con toni giustificazionisti; la sorella Marianna, anch’essa entusiasta di partire per combattere per lo Stato Islamico, si era data da fare per convincere la madre, che aveva qualche dubbio sulla qualità della vita in Siria.

L’unica dubbiosa, fino a un mese fa, era la madre napoletana, che chiedeva se nello Stato islamico avrebbero avuto la lavatrice e potuto coltivare un orto. «L’orto? Qui ti daranno da coltivare tutta la Siria», le risponde Giulia la jihadista.

Gli altri destinatari di provvedimenti di fermo sono altrettanti satelliti e nodi della rete di reclutamento jihadista in Italia.

[Sono] cinque integralisti albanesi che fino all’anno scorso vivevano regolarmente a Scansano, in Maremma, e una trentenne con cittadinanza canadese che è nata aBologna ma vive in Arabia Saudita. Sono tutti presunti reclutatori di terroristi jihadisti e organizzatori di altri viaggi verso il Califfato siriano-iracheno

(Photocredit copertina: ANSA)

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